Ferie, esiste una durata ideale?

Quanti sono i giorni di ferie ideali? Vacanze troppo brevi, così come troppo lunghe, rischiano di essere dannose

È tempo di vacanze per molti italiani: alcuni si concedono una pausa di una, due o tre settimane, mentre altri si prendono persino un mese di ferie durante l’estate.

Le ferie sono indispensabili, come stabilito dalla legge, per garantire al lavoratore un recupero psicofisico completo e permettergli di dedicarsi alle relazioni affettive e sociali. Ma qual è la durata ideale delle ferie per ottenere questi benefici?

Ferie, esiste una durata ideale? Scopriamolo!

Ci sono domande a cui ci piacerebbe rispondere con assoluta fermezza, come quella che riguarda la durata della vacanza ideale per poterci considerare rigenerati. Il benessere fisico e psicologico che deriva da un viaggio, lo sappiamo, è influenzato da molti fattori. Eppure quando pensiamo alle vacanze, il numero di giorni che staremo lontani da casa ha sempre un certo peso.

Ferie, esiste una durata ideale? Secondo alcune ricerche la risposta è "sì"
Ferie, esiste una durata ideale? Secondo alcune ricerche la risposta è “sì” – https://www.casigliaronzoni.it/ – Informagiovanirieti.it

 

Non sorprende che qualche anno fa, i giornali di tutto il mondo abbiano parlato di una ricerca che indicava otto giorni come la durata ideale per una vacanza.

La notizia suscitò così tanto clamore che l’autrice dello studio sentì la necessità di chiarire che il numero 8 era il risultato di interpretazioni eccessivamente semplificate della ricerca. Lo studio aveva semplicemente osservato che, dopo otto giorni di crociera, i soggetti analizzati erano più felici rispetto a quattro giorni, mantenendo poi quel livello di felicità per gran parte del viaggio.

La legge stabilisce che ogni lavoratore ha diritto ad almeno quattro settimane di ferie all’anno, con la possibilità di goderne almeno due in modo continuativo entro l’anno di maturazione.

Ma cosa dice la scienza a riguardo? Uno studio del 2012 condotto dall’Università di Nijmegen nei Paesi Bassi, pubblicato sul Journal of Happiness Studies, ha cercato di rispondere alla domanda su quanto dovrebbero durare le ferie per massimizzare i benefici.

Secondo lo studio, una settimana di ferie è insufficiente, mentre due potrebbero essere eccessive. Il picco di benessere durante le vacanze si raggiunge in media dall’8° giorno. Vacanze più brevi risultano poco efficaci, mentre periodi troppo lunghi possono portare a stanchezza o addirittura noia.

Pertanto, la durata ideale delle ferie dovrebbe essere compresa tra 8 e 11 giorni. Questo equilibrio permette di ottenere il massimo piacere senza incorrere in effetti negativi. Come affermava William Shakespeare, “se passassimo tutto l’anno in vacanza, divertirci sarebbe faticoso quanto lavorare.”

Il professor Alessandro Vercelli, direttore del NICO – Istituto di neuroscienze della Fondazione Cavalieri Ottolenghi: due settimane per “ottenere effetti benefici durevoli”, un benessere che si protrae nel tempo, anche se non all’infinito perché di fatto “svaniscono dopo circa un mesetto”.

Tuttavia, va detto che non esiste una regola universale: molto dipende da cosa si fa durante le ferie e dalle risorse economiche disponibili.

La psicologa del lavoro Bénédicte Pichard sottolinea che è la qualità delle vacanze a essere fondamentale. Secondo lei, “la durata ideale delle ferie è quella che consente una vera pausa dal lavoro”: è quindi cruciale disconnettersi completamente per recuperare energie. Non è tanto la quantità di tempo, ma la qualità dell’esperienza che conta.

Ad esempio, Pichard ritiene che trascorrere le vacanze attaccati al telefono, navigando su Internet o guardando Netflix non sia il modo migliore per riposarsi, poiché queste attività sono psicologicamente costose.

È altrettanto importante evitare tutte quelle attività che ricordano il lavoro, come controllare la posta elettronica o rispondere a messaggi di lavoro. Per godere davvero delle vacanze, è essenziale staccarsi completamente dal lavoro.

In sintesi, per ridurre lo stress e migliorare il benessere mentale e fisico, è consigliabile programmare ferie di durata non eccessiva, ma piuttosto brevi pause distribuite nel corso dell’anno, mantenendo un comportamento completamente distaccato dalle abitudini lavorative.

Per chi arriva stremato alle ferie, un altro dato interessante a questo proposito è quello che riguarda il cortisolo, ovvero l’ormone che produce il nostro organismo quando siamo stressati.

Ecco, ciò che sappiamo è che da un punto di vista fisiologico bastano poche ore per smaltirlo, ma quando “lo stress è cronico, possono volerci settimane”, aggiunge Vercelli. Tradotto: anche da un punto di vista biochimico più siamo sotto pressione nel corso dell’anno, più giorni ci servono per iniziare a godere dei benefici psicologici della vacanza.

Per noi italiani, il legame tra vacanze e benessere mentale sembra diventare sempre più forte. Complice un mondo del lavoro percepito come sempre più sfinente, le vacanze sono diventate sinonimo di ricerca di equilibrio e serenità. Una ricerca di eDreams rivela che gli italiani, quando possono, si concedono pause frequenti per ricaricare le energie. La convinzione che una vacanza possa avere un impatto positivo sul benessere mentale è condivisa da entrambi i sessi: l’81% delle donne e il 74% degli uomini.

Tra i principali mezzi per raggiungere questo obiettivo, entrambi indicano il relax come la priorità, con una differenza al terzo posto tra la lettura preferita dalle donne e lo sport dagli uomini.

Al secondo posto, come motore di benessere mentale, c’è l’esplorazione di nuovi posti. Su questo concorda Remo Carulli, psicoterapeuta e autore di Psicologia del viaggiatore, che spiega: «Non siamo fatti solo della nostra storia, ma anche dei luoghi che viviamo quotidianamente.

Un viaggio può essere paragonato a una psicoterapia, poiché ci consente di percepirci in modo diverso nelle relazioni e nei ruoli. Simbolicamente, rappresenta il desiderio, quella tensione verso qualcosa che non abbiamo o che percepiamo come a rischio. Viaggiare è anche l’esperienza del non conoscere: ci apre all’ignoto, è un’estasi della non conoscenza».

Un viaggio ha poco a che fare con il tempo, o meglio, vive in una dimensione che va oltre la sua durata. Potrebbe quindi essere sensato concentrarsi sulla qualità delle esperienze piuttosto che sulla quantità. Non tutte le esperienze sono uguali, sia nella forma che nel contenuto.

Il benessere mentale in vacanza è difficile da raggiungere se ci portiamo dietro gli schemi di una quotidianità stressante. «Spesso le vacanze possono riproporre lo stesso ritmo frenetico della vita di tutti i giorni», osserva Carulli. L’iperattività, che non va in vacanza, ci spinge a programmare, incastrare, e controllare ogni cosa. Luca Mazzucchelli, psicoterapeuta e divulgatore, aggiunge che i benefici di una vacanza dipendono anche dall’anno che abbiamo vissuto, se ci sono stati eventi stressanti come un lutto o un licenziamento. Tuttavia, il focus dovrebbe essere su come gestiamo ciò che non è vacanza, mantenendo un equilibrio tra vita e lavoro durante l’anno.

Infine, conta cosa scegliamo di fare durante la vacanza. Esposizione alla luce, alimentazione sana, attività fisica e contatto con la natura sono elementi fondamentali, soprattutto se vogliamo ricaricare le batterie. Alcune esperienze, come i cammini (ad esempio, il Cammino di Santiago), sono particolarmente terapeutiche, offrendo un viaggio interiore dove si stacca da tutto e si cammina senza sapere esattamente dove si arriverà. Anche le vacanze in gruppo, con la famiglia o gli amici, hanno un grande valore, poiché creano ricordi condivisi.

Il potere rigenerante dei viaggi va oltre i giorni trascorsi in vacanza: «Il viaggio inizia già nella sua preparazione. Il tempo del viaggio è il tempo dell’attesa, sia prima che durante, poiché mentre scopriamo un luogo, abbiamo già fame di quello successivo. E a distanza di tempo, nel ricordo, un viaggio distilla la magia e le sensazioni di quell’esperienza», conclude Carulli.

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