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Lavoro

Disoccupazione giovanile, si riduce il gap tra Italia ed Europa

Published by
Giulia De Sanctis

Come si sta riducendo la distanza tra l’Italia e l’Europa in termini di disoccupazione giovanile? Scopriamolo insieme con questo articolo

La distanza tra l’Italia e il resto dell’Europa in termini di occupazione giovanile si sta riducendo. Tra il 2021 e il 2023, l’occupazione tra gli under 25 nel nostro Paese ha registrato un notevole aumento, con un tasso di crescita dell’8,9%, quasi il doppio rispetto al tasso di crescita generale del 4,5%.

Questi dati emergono da uno studio della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che nella sua nota di aggiornamento evidenzia come, dei 1 milione e 26 mila posti di lavoro creati nei tre anni analizzati, circa 439 mila siano stati occupati da giovani con meno di 35 anni, di cui 169 mila da under 25.

Disoccupazione giovanile: in Italia si riduce il gap con l’Europa

Secondo l’analisi degli esperti del lavoro basata su dati Istat, la categoria degli under 25 ha registrato il tasso di crescita più elevato, con un +16,7%.

Questi risultati avvicinano l’Italia alla media UE per l’occupazione giovanile, ma non sono sufficienti a sollevare il Paese dalle posizioni più basse nella classifica europea dell’occupazione. Nella fascia d’età 20-24 anni, l’Italia registra un tasso di occupazione del 36%, ben al di sotto della media europea del 54,2%.

Disoccupazione giovanile, si riduce il gap tra Italia ed Europa | Pixabay @Hispanolistic – Informagiovanirieti

 

Uno dei principali motivi di questo ritardo rispetto agli altri Paesi europei è l’ingresso tardivo nel mercato del lavoro, che limita le opportunità di inserimento e crescita professionale. In Italia, solo il 22,4% delle persone tra i 20 e 34 anni ha lavorato durante il percorso di studi, a fronte di percentuali molto più elevate nei Paesi Bassi (72,3%), Germania (68%) e Austria (64,4%).

Nello studio intitolato “Cresce l’occupazione giovanile. Si riduce il gap con l’Europa“, viene evidenziata l’inversione di tendenza che il mercato del lavoro giovanile ha intrapreso a partire dagli anni 2000. Questo cambiamento è stato spinto da un lato dalle esigenze delle aziende di innovare e dall’altro dalla necessità di diversi settori, in particolare la pubblica amministrazione, di attuare un ricambio generazionale in favore dei giovani lavoratori.

La rilevazione mostra anche un incremento dei contratti a tempo indeterminato tra il 2021 e il 2023, con 373mila contratti su un totale di 415mila nuove assunzioni.

Inoltre, si registra un aumento dei giovani professionisti altamente qualificati, con 113mila unità di profili intellettuali e scientifici (+10,9%) e 125mila tecnici intermedi (+9,4%).

Analizzando i settori specifici del mercato del lavoro, il turismo emerge come il principale motore della crescita dell’occupazione giovanile, con un incremento di 140mila posti nei servizi di alloggio e ristorazione, pari a un aumento del 23,7%.

La ministra Daniela Santanchè ha espresso grande soddisfazione per questi risultati: “Le nuove generazioni sono spesso viste come il futuro, ma noi – come ministero e governo – siamo convinti che sia essenziale valorizzare i nostri giovani già oggi. Solo con questo approccio possiamo costruire un domani prospero per la nostra società.”

“La gioventù italiana ha accettato la sfida del turismo, un settore dinamico e innovativo, consapevole di lavorare in un ambito che rappresenta una vetrina per il nostro Paese. Ora stiamo concentrandoci sul potenziamento della formazione del personale e sul miglioramento della qualità del settore, rendendolo sempre più attraente per le nuove generazioni. Parallelamente, le nostre misure di detassazione delle mance e di decontribuzione del lavoro notturno e festivo stanno già dando i primi frutti: i risultati iniziano a manifestarsi, e siamo fiduciosi di poterli consolidare nel breve termine”, ha concluso la ministra del Turismo.

Negli ultimi anni, anche i settori della sanità e dell’assistenza hanno visto un ringiovanimento significativo, con un aumento del 10,1% nell’occupazione. Notevoli crescite sono state registrate anche nel campo dell’informazione e comunicazione, che ha visto un incremento del 20,3%, e nelle attività artistiche, sportive e ricreative, che hanno aggiunto 37mila nuovi posti di lavoro, segnando un aumento del 32,1%.

Giulia De Sanctis

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