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Economia

Modello 730, cosa succede se sbagli in fase di compilazione?

Published by
Giulia De Sanctis
Se il modello 730 presenta errori e omissioni, puoi incorrere in sanzioni. Scopri quali sono e cosa puoi fare per evitarle

 

Il Modello 730 è utilizzato per la dichiarazione dei redditi da alcuni contribuenti e permette di includere spese detraibili, come quelle sanitarie, ottenendo così un risparmio fiscale.

Tuttavia, è importante fare attenzione a eventuali omissioni o dichiarazioni infedeli, poiché possono comportare sanzioni molto elevate. In questo articolo, spiegheremo quando e come presentare la dichiarazione dei redditi e analizzeremo le sanzioni previste in caso di omissioni e dichiarazioni infedeli.

Illustreremo anche le conseguenze penali della dichiarazione infedele, una condotta vietata dalle norme del D.Lgs. 74/2000, e come evitare sanzioni presentando un Modello redditi correttivo entro il 30 novembre 2023.

Modello 730: cosa succede se sbagli in fase di compilazione?

Il Modello 730 è un modulo per la dichiarazione dei redditi che può essere utilizzato sia dai lavoratori dipendenti sia dai pensionati.

È particolarmente vantaggioso per vari motivi:

  • Il contribuente non deve fare calcoli per la dichiarazione.
  • Può ricevere il rimborso direttamente in busta paga o nella rata di pensione.
  • Se deve pagare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione o pensione.

In sintesi, il Modello 730 semplifica notevolmente la vita del contribuente. È anche utile per chi ha spese detraibili, come spese sanitarie, interessi del mutuo o altri bonus.

Modello 730, cosa succede se sbagli in fase di compilazione e come rimediare | Pixabay @Barbacane – Informagiovanirieti

 

Tuttavia, non tutti sono obbligati a presentare il Modello 730. Sono esenti i contribuenti che hanno:

  • Solo redditi da abitazione principale o altri fabbricati non affittati.
  • Redditi da lavoro dipendente e da pensione pagati da un unico sostituto d’imposta.
  • Redditi soggetti a imposta sostitutiva, esclusa la cedolare secca o ritenuta alla fonte.

Anche in questi casi, la dichiarazione deve essere presentata se le addizionali all’IRPEF non sono state trattenute o sono state trattenute in misura inferiore a quella dovuta.

Anche coloro che, al momento della presentazione, non hanno un sostituto d’imposta sono tenuti a presentare il Modello 730. In caso di credito, il rimborso sarà erogato dall’Agenzia delle Entrate e pagato tramite modello F24.

Il Modello 730 precompilato può essere presentato tra l’11 maggio e il 2 ottobre. Fino al 20 giugno 2024, era possibile annullare una dichiarazione già inoltrata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

La dichiarazione dei redditi deve essere presentata entro i termini stabiliti e secondo le modalità previste dalla legge. Errori o omissioni nella dichiarazione possono comportare sanzioni significative.

È importante prestare molta attenzione durante la dichiarazione dei redditi. Inoltre, una dichiarazione infedele può configurare un reato fiscale secondo il D.Lgs. 74/2020, che prevede diversi reati di evasione connessi alla dichiarazione infedele.

Presentare la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate è un obbligo del contribuente. L’articolo 2 del D.Lgs. 74/2000 specifica che il reato di dichiarazione fraudolenta può essere commesso da chiunque inserisca elementi passivi fittizi in una dichiarazione dei redditi o dell’IVA.

La norma stabilisce che la dichiarazione fraudolenta contenga elementi:

  • non veritieri;
  • che non sono mai stati sostenuti.

La dichiarazione fraudolenta può includere l’uso di fatture o altri documenti relativi a operazioni inesistenti, come scontrini falsi. Il reato si configura quando si presenta una dichiarazione dei redditi con elementi passivi fittizi.

In caso di omissione, la sanzione amministrativa varia tra il 120% e il 240% delle imposte dovute, con un minimo fisso di 250 euro.

Questa cifra può triplicare se il reddito è prodotto all’estero. La dichiarazione omessa si verifica nei seguenti casi:

  • Modello Redditi Persone Fisiche, Società di capitali e modello IRAP: se presentata dopo il 28 febbraio dell’anno successivo alla scadenza;
  • Modello 730: se presentata dopo il 21 ottobre dell’anno di scadenza, tramite intermediario;
  • Dichiarazione IVA: se presentata oltre il 29 luglio dell’anno di scadenza.

Per la cedolare secca, la sanzione varia dal 240% al 480% dell’imposta dovuta sui canoni non dichiarati, e può raddoppiare. In caso di dichiarazione infedele, la sanzione varia dal 180% al 360% dell’imposta dovuta.

Ci sono ulteriori sanzioni per omissioni o dichiarazioni infedeli relative a IVA e IRAP. In caso di omissione nella dichiarazione dei redditi, la sanzione va dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro. Per l’IVA, se le operazioni sono esenti da imposta, la sanzione varia tra 250 e 2000 euro.

Numerose situazioni possono costituire omissione della dichiarazione dei redditi, come quando:

  • il contribuente è in ritardo di oltre 90 giorni;
  • la dichiarazione è redatta su moduli non conformi ai modelli ufficiali;
  • la dichiarazione non è firmata.

Se il contribuente firma la dichiarazione entro 30 giorni dal ricevimento dell’invito, la sanzione non è dovuta. Tuttavia, i modelli potevano essere corretti entro il 20 giugno scorso, salvo alcune operazioni ancora disponibili per correggere errori o omissioni. In questi casi, è consigliabile consultare un intermediario o un CAF.

In generale, è possibile correggere la dichiarazione dei redditi presentando il Modello Redditi correttivo. Quest’anno, sarà possibile effettuare la correzione fino al 30 novembre 2023.

La funzione principale del modello correttivo dei redditi è quella di emendare gli errori della dichiarazione originale. In questo modo, è possibile modificare la dichiarazione, eliminare errori e correggere eventuali omissioni.

È anche possibile chiedere un rimborso se si riscontra un maggior credito, come nel caso di detrazioni omesse o crediti d’imposta non dichiarati. La richiesta sarà esaminata dall’Agenzia delle Entrate, che può procedere al rimborso, se dovuto.

Se invece risulta un maggior debito, sarà necessario pagare una somma per compensare le imposte. Gli interessi saranno calcolati al tasso legale con maturazione giornaliera e sanzione ridotta, secondo le regole del ravvedimento operoso.

Di seguito, ti indichiamo passo per passo come compilare il Modello Redditi Correttivo. Dovrai:

  1. Accedere al sito web dell’Agenzia delle Entrate utilizzando le tue credenziali (SPID, CNS, ecc.);
  2. Autenticarti e accedere alla sezione dedicata alle dichiarazioni dei redditi;
  3. Nella sezione dichiarazioni, troverai l’opzione per accedere al Modello Redditi Correttivo;
  4. Utilizzare la funzionalità “Cerca i campi della dichiarazione” per individuare rapidamente dove apportare le correzioni. Cliccando sulla voce di tuo interesse, sarà possibile visualizzare il quadro corrispondente dove inserire o modificare i dati;
  5. Visualizzare i quadri pertinenti e inserire o modificare le informazioni necessarie;
  6. Verificare attentamente che tutte le informazioni inserite siano corrette e complete;
  7. Selezionare la casella “Correttiva nei termini” nel Quadro Frontespizio, indicando che la dichiarazione è una versione corretta di una precedente;
  8. Cliccare su “Calcola, stampa o invia” per eseguire un controllo finale dei dati inseriti. Se non vi sono errori, potrai procedere con l’invio.

Se necessario, potrai annullare le modifiche e tornare alla versione precedente utilizzando l’opzione “Ripristina”.

Giulia De Sanctis

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