Il Modello 730 è utilizzato per la dichiarazione dei redditi da alcuni contribuenti e permette di includere spese detraibili, come quelle sanitarie, ottenendo così un risparmio fiscale.
Tuttavia, è importante fare attenzione a eventuali omissioni o dichiarazioni infedeli, poiché possono comportare sanzioni molto elevate. In questo articolo, spiegheremo quando e come presentare la dichiarazione dei redditi e analizzeremo le sanzioni previste in caso di omissioni e dichiarazioni infedeli.
Illustreremo anche le conseguenze penali della dichiarazione infedele, una condotta vietata dalle norme del D.Lgs. 74/2000, e come evitare sanzioni presentando un Modello redditi correttivo entro il 30 novembre 2023.
Modello 730: cosa succede se sbagli in fase di compilazione?
Il Modello 730 è un modulo per la dichiarazione dei redditi che può essere utilizzato sia dai lavoratori dipendenti sia dai pensionati.
È particolarmente vantaggioso per vari motivi:
- Il contribuente non deve fare calcoli per la dichiarazione.
- Può ricevere il rimborso direttamente in busta paga o nella rata di pensione.
- Se deve pagare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione o pensione.
In sintesi, il Modello 730 semplifica notevolmente la vita del contribuente. È anche utile per chi ha spese detraibili, come spese sanitarie, interessi del mutuo o altri bonus.
Tuttavia, non tutti sono obbligati a presentare il Modello 730. Sono esenti i contribuenti che hanno:
- Solo redditi da abitazione principale o altri fabbricati non affittati.
- Redditi da lavoro dipendente e da pensione pagati da un unico sostituto d’imposta.
- Redditi soggetti a imposta sostitutiva, esclusa la cedolare secca o ritenuta alla fonte.
Anche in questi casi, la dichiarazione deve essere presentata se le addizionali all’IRPEF non sono state trattenute o sono state trattenute in misura inferiore a quella dovuta.
Anche coloro che, al momento della presentazione, non hanno un sostituto d’imposta sono tenuti a presentare il Modello 730. In caso di credito, il rimborso sarà erogato dall’Agenzia delle Entrate e pagato tramite modello F24.
La norma stabilisce che la dichiarazione fraudolenta contenga elementi:
- non veritieri;
- che non sono mai stati sostenuti.
La dichiarazione fraudolenta può includere l’uso di fatture o altri documenti relativi a operazioni inesistenti, come scontrini falsi. Il reato si configura quando si presenta una dichiarazione dei redditi con elementi passivi fittizi.
In caso di omissione, la sanzione amministrativa varia tra il 120% e il 240% delle imposte dovute, con un minimo fisso di 250 euro.
Questa cifra può triplicare se il reddito è prodotto all’estero. La dichiarazione omessa si verifica nei seguenti casi:
- Modello Redditi Persone Fisiche, Società di capitali e modello IRAP: se presentata dopo il 28 febbraio dell’anno successivo alla scadenza;
- Modello 730: se presentata dopo il 21 ottobre dell’anno di scadenza, tramite intermediario;
- Dichiarazione IVA: se presentata oltre il 29 luglio dell’anno di scadenza.
Per la cedolare secca, la sanzione varia dal 240% al 480% dell’imposta dovuta sui canoni non dichiarati, e può raddoppiare. In caso di dichiarazione infedele, la sanzione varia dal 180% al 360% dell’imposta dovuta.
Ci sono ulteriori sanzioni per omissioni o dichiarazioni infedeli relative a IVA e IRAP. In caso di omissione nella dichiarazione dei redditi, la sanzione va dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro. Per l’IVA, se le operazioni sono esenti da imposta, la sanzione varia tra 250 e 2000 euro.
Numerose situazioni possono costituire omissione della dichiarazione dei redditi, come quando:
- il contribuente è in ritardo di oltre 90 giorni;
- la dichiarazione è redatta su moduli non conformi ai modelli ufficiali;
- la dichiarazione non è firmata.
Se il contribuente firma la dichiarazione entro 30 giorni dal ricevimento dell’invito, la sanzione non è dovuta. Tuttavia, i modelli potevano essere corretti entro il 20 giugno scorso, salvo alcune operazioni ancora disponibili per correggere errori o omissioni. In questi casi, è consigliabile consultare un intermediario o un CAF.
In generale, è possibile correggere la dichiarazione dei redditi presentando il Modello Redditi correttivo. Quest’anno, sarà possibile effettuare la correzione fino al 30 novembre 2023.
La funzione principale del modello correttivo dei redditi è quella di emendare gli errori della dichiarazione originale. In questo modo, è possibile modificare la dichiarazione, eliminare errori e correggere eventuali omissioni.
È anche possibile chiedere un rimborso se si riscontra un maggior credito, come nel caso di detrazioni omesse o crediti d’imposta non dichiarati. La richiesta sarà esaminata dall’Agenzia delle Entrate, che può procedere al rimborso, se dovuto.
Se invece risulta un maggior debito, sarà necessario pagare una somma per compensare le imposte. Gli interessi saranno calcolati al tasso legale con maturazione giornaliera e sanzione ridotta, secondo le regole del ravvedimento operoso.