Licenziamento illegittimo, quali sono le circostanze?

In caso di licenziamento illegittimo sono previste forme di tutela a favore del lavoratore che possono variare a seconda della dimensione dell’azienda

In un periodo storico complicato come quello attuale, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza lavorativa ed economica, essenziale per pianificare progetti di vita importanti, è naturale chiedersi in quali circostanze si possa essere licenziati.

Conoscere le norme è utile per i lavoratori, poiché consente di evitare comportamenti che potrebbero mettere a rischio la propria posizione e di capire i cambiamenti organizzativi attuati dall’azienda, che potrebbero portare a riduzioni di personale.

Tuttavia, in alcuni casi, la decisione del datore di lavoro potrebbe non essere giustificata o del tutto corretta, portando alla questione del licenziamento illegittimo. Vedremo, quindi, quando si verifica questa situazione e come il lavoratore può difendersi.
Licenziamento illegittimo, quali sono le circostanze?

A volte nel mondo del lavoro si verificano dinamiche illecite. Vediamo come un lavoratore può difendersi dal cosiddetto licenziamento illegittimo e in quali situazioni può avvenire.

In generale, senza un vero riassetto organizzativo o un comportamento grave da parte del lavoratore, le decisioni di licenziamento sono sempre illegittime. Facciamo alcuni esempi pratici per chiarire il concetto.

Licenziamento illegittimo, quali sono le circostanze?
Licenziamento illegittimo, quali sono le circostanze? – Pexels @Anna Shvets – Informagiovanirieti.it

 

Un lavoratore non può essere licenziato:

  • per motivi discriminatori, come sesso, religione, etnia, opinioni politiche, orientamento sessuale, o perché una donna è incinta o un individuo si iscrive a un sindacato;
  • per presunti illeciti disciplinari inesistenti o non gravi al punto da giustificare una sanzione così severa;
  • per finti riassetti aziendali, specialmente se successivamente vengono fatte nuove assunzioni;
  • senza aver verificato se il lavoratore poteva essere trasferito in altri reparti per svolgere mansioni alternative.

Un licenziamento è illegittimo non solo se le motivazioni non sono quelle previste dalla legge, ma anche se non vengono rispettate le procedure e le formalità stabilite.

La comunicazione delle decisioni aziendali non può avvenire in forma verbale. Anche se le ragioni del licenziamento sono valide, la comunicazione verbale rende il licenziamento illegittimo. La lettera di licenziamento deve essere inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC, per garantire la prova di ricezione.

In alcuni casi, tuttavia, le sentenze hanno ritenuto valida la comunicazione tramite semplice email, purché sia possibile dimostrare con certezza che il messaggio è stato letto, ad esempio se è stato inoltrato ai colleghi.

A volte, il dipendente non ha avuto l’opportunità di difendersi prima che il provvedimento venisse adottato, il che costituisce una violazione delle procedure stabilite.

Un’altra situazione da considerare è il termine del rapporto di lavoro a causa di invalidità o inabilità del dipendente. Questo può essere un motivo legittimo di licenziamento, se è dimostrato che il dipendente non può essere assegnato ad altre mansioni compatibili con il suo stato di salute.

Infine, è importante sottolineare che non è permesso licenziare un lavoratore durante la malattia o in un “periodo protetto,” ovvero:

  • donne in gravidanza, fino a un anno di età del bambino
  • padre in congedo di paternità, per tutta la durata del congedo e fino al compimento di un anno del bambino

Come già accennato, il datore di lavoro deve seguire un preciso iter per comunicare la decisione di interrompere il rapporto di lavoro.

In particolare, se si tratta di una sanzione disciplinare, è necessario dare al dipendente l’opportunità di difendersi e spiegare il suo comportamento.

Riguardo al tema del licenziamento illegittimo e del risarcimento danni, la Corte di Cassazione ha stabilito che è legittimo limitare l’entità del risarcimento a quattro anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Con la Sentenza n. 18282, che respinge il ricorso del lavoratore, si specifica che il risarcimento deve essere limitato alla prevedibilità del danno, un criterio che valuta la probabilità del verificarsi di un danno futuro, connesso al concetto di regolarità causale.

Il termine licenziamento inefficace si riferisce a un licenziamento comunicato in forma orale, non per iscritto, o che non rispetta le procedure legali, come l’assenza di motivazione o la violazione della procedura disciplinare, senza dare al dipendente la possibilità di difendersi.

Le novità introdotte dalla Riforma Fornero prevedono che, in caso di licenziamento ingiusto in aziende con meno di 15 dipendenti, il lavoratore abbia diritto alla tutela obbligatoria.

Se il licenziamento avviene senza giusta causa o motivo giustificato, il giudice annulla il licenziamento e obbliga il datore di lavoro a riassumere il dipendente entro 3 giorni o a risarcirlo con un’indennità che varia da un minimo di 2,5 a un massimo di 6 mensilità.

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