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La Spagna riduce l’orario di lavoro: ecco cosa cambierà

Published by
Giulia De Sanctis

Nuovo orario di lavoro in Spagna: si passerà da 40 ore settimanali (come in Italia) a 37,5 a partire dal 2025. Scopriamo di più al riguardo

Il mercato del lavoro è in costante evoluzione, come dimostrano le recenti riforme nei Paesi europei. Alcune decisioni sono diametralmente opposte: ad esempio, in Grecia è stata autorizzata la settimana lavorativa di 6 giorni per aumentare la produttività, mentre in Spagna si sta lavorando per ridurre l’orario di lavoro.

Anche in Italia si discute da tempo di queste tematiche, ma attualmente non sono previste novità significative: la “settimana corta” non è tra le priorità del governo Meloni, che si concentra piuttosto su come incrementare la produttività.

La Spagna ha deciso di ridurre l’orario di lavoro: ecco cosa cambia

Ma torniamo alla Spagna, dove lunedì scorso la ministra del Lavoro Yolanda Díaz ha dato un ultimatum ai datori di lavoro affinché approvino la riduzione della settimana lavorativa proposta dal governo.

La riforma è in discussione con sindacati e associazioni datoriali: i sindacati hanno accettato la proposta, mentre le associazioni datoriali sembrano voler bloccare l’accordo senza proporre alternative.

La Spagna riduce l’orario di lavoro: ecco cosa cambierà | pixabay @reallywellmadedesks – Informagiovanirieti.it

 

Il governo spagnolo, però, non intende arretrare e ha dichiarato che, in assenza di aperture da parte delle associazioni datoriali, approverà la riforma con il solo consenso dei sindacati.

Secondo i sindacati spagnoli, la proposta del governo è un buon inizio per raggiungere l’obiettivo di un limite massimo di 35 ore settimanali.

La riforma prevede una riduzione progressiva dell’orario di lavoro settimanale, attualmente di 40 ore, come in Italia. Una volta approvata, il limite passerà a 38,5 ore, da mantenere per tutto l’anno corrente.

Dal 1 gennaio 2025, il limite passerà a 37,5 ore settimanali, con i lavoratori spagnoli che lavoreranno 2,5 ore in meno rispetto a oggi. Tuttavia, questo limite sarà considerato su base annua. Ci potrebbero essere settimane in cui si lavora di più e altre di meno, purché la media sia di 37,5 ore.

È simile a quanto avviene in Italia, dove per verificare il rispetto delle 48 ore settimanali (40 ordinarie più 8 di straordinario), si considera un periodo non superiore a 4 mesi, con possibilità di estensione a 6 o 12 mesi per motivi specifici stabiliti dai contratti collettivi.

Questa riforma non piace ai datori di lavoro, anche perché il governo spagnolo ha dichiarato che la riduzione dell’orario di lavoro non sarà accompagnata da un aumento delle ore straordinarie consentite, che rimarranno 80 ore l’anno. Inoltre, la riduzione dell’orario di lavoro non dovrà comportare una riduzione dello stipendio.

Anche se si lavorerà meno la retribuzione dovrà restare la stessa, ragion per cui di fatto con il via libera alla riforma ci sarebbe anche un incremento della paga oraria di ogni dipendente.

Di riflesso aumentano le sanzioni per i datori di lavoro che non osservano i nuovi limiti. Anzi, dal momento che con la riforma sarà più semplice effettuare i controlli, in quanto le ore lavorate verranno caricate online con la possibilità che l’Ispettorato del lavoro possa accedervi per controllare che tutto proceda secondo i piani, è maggiore il rischio di essere sanzionati.

In caso di mancato rispetto dell’orario di lavoro, infatti, scatta una sanzione per ogni lavoratore impiegato per un numero di ore superiore al limite previsto. Si parte da 1.000 euro, fino ad arrivare a un massimo di 10.000 euro.

Giulia De Sanctis

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