Superbonus assunzioni fino al 130%: chi può beneficiarne?

Agevolazione fiscale per le imprese in arrivo: superbonus fino al 130% per chi assume a tempo indeterminato. Scopriamo di più al riguardo

È stato pubblicato il decreto per l’attuazione del Superbonus assunzioni, una misura che prevede una deduzione fiscale fino al 130%.

Annunciata ampiamente, questa misura prende forma grazie a un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, in collaborazione con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che stabilisce le modalità di attuazione dell’articolo 4 del decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216.

Ecco cosa prevede il Superbonus assunzioni fino al 130%, chi può beneficiarne e il testo del decreto del 25 giugno 2024.

Superbonus assunzioni con sgravi fino al 130%

L’articolo 4 del decreto legislativo 30 dicembre 2023, n.2016 prevede “il costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito, di un importo pari al 20% del costo riferibile all’incremento occupazionale”. Grazie al decreto del 25 giugno questa norma diventa applicabile.

Superbonus assunzioni fino al 130%: quali aziende possono beneficiarne?
Superbonus assunzioni fino al 130%: quali aziende possono beneficiarne? | Pixabay @Hispanolistic – Informagiovanirieti

 

Il Superbonus assunzioni è una misura volta ad agevolare le assunzioni con contratto a tempo indeterminato di nuovo personale in azienda. Spetta esclusivamente nel caso in cui ci sia un reale aumento della forza lavoro in azienda.

L’esigenza di una impresa di effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato, specifica la relazione illustrativa del provvedimento, fa presupporre che la stessa sia in condizioni di ordinaria operatività; per questo sono escluse dall’agevolazione le imprese in liquidazione ordinaria, quelle che si trovano in stato di liquidazione giudiziale (fallimento) o che abbiano fatto ricorso ad altri istituti di risoluzione della crisi di impresa di natura liquidatoria.

Il testo chiarisce inoltre che il beneficio fiscale spetta solo se, al termine del periodo d’imposta agevolato, l’incremento del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato viene accompagnato dalla crescita del loro numero complessivo. In caso contrario non sarà possibile fruire del beneficio.

La scelta deriva dall’idea che non può essere trattato come nuovo assunto il dipendente trasferito per il quale non c’è stata cessazione del precedente rapporto di lavoro.

Sono da considerare ai fini del calcolo della deduzione: i salari e gli stipendi (comprensivi di tutti gli elementi fissi e variabili previsti per contratto) e gli oneri sociali a carico del dipendente, nonché le indennità; gli oneri da corrispondere ai vari enti previdenziali e assicurativi; gli accantonamenti a eventuali fondi di previdenza integrativi diversi dal Tfr e tutti gli altri costi relativi, direttamente o indirettamente, al personale dipendente.

Sono esclusi invece gli oneri rilevati in altre voci del conto economico come quelli relativi ai buoni pasto, le spese per l’aggiornamento professionale dei dipendenti, i costi per servizi di vitto e alloggio dei dipendenti in trasferta, nonché quelli relativi alle auto aziendali.

Il decreto, infatti, afferma “spetta per le assunzioni di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, con contratto in essere al termine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, se il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato alla fine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 è superiore al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupato nel periodo d’imposta precedente”.

Il datore di lavoro ottiene lo sgravio dei contributi al 100%, a questo si aggiunge una maggiorazione del 20%. Maggiorazione che sale al 30% nel caso in cui si assumano persone difficili da collocare nel mondo del lavoro. Vedremo a breve chi sono.

Lo sgravio ha la forma di una maxideduzione dal reddito degli importi maggiorati e, di conseguenza, porta a una base imponibile ridotta per le imposte sui redditi.
Deve essere ricordato che lo sgravio non riguarda i contributi Inail.

Possono avvalersi dell’agevolazione titolari di reddito di impresa ed esercenti arti e professioni. Non possono ottenere l’agevolazione le imprese in liquidazione ordinaria, in fase di liquidazione giudiziale o agli altri istituti liquidatori relativi alla crisi di impresa.

I soggetti deboli per i quali spetta l’ulteriore agevolazione del 10% sono individuati nell’allegato 1 al decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216 sono:

  • persone con disabilità riconosciuta;
  • ex percettori di reddito di cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione,
  • lavoratrici madri con almeno due figli minori o prive di un impiego regolarmente retribuito;
  • donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea e nelle aree svantaggiate;
  • donne vittime di violenza;
  • giovani ammessi agli incentivi sull’occupazione.

Come già annunciato, per l’assunzine di questi lavoratori la maxideduzione fiscale arriva fino al 130%.

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