Ogni contribuente deve presentare annualmente la dichiarazione dei redditi per calcolare l’imposta dovuta, ma anche chi non lavora?
La dichiarazione dei redditi, in alcuni casi, deve essere presentata obbligatoriamente anche da chi non lavora e non è ancora in pensione.
Erroneamente si è portati a pensare che per essere obbligati alla presentazione del 730/2024 o del modello Redditi, sia necessario svolgere un lavoro dipendente o autonomo (o in alternativa percepire la pensione). La regola generale, però, prevede l’obbligo di presentazione per chi percepisce determinati redditi.
La campagna dichiarativa, ormai, è iniziata da qualche settimana, visto che l’Agenzia delle Entrate ha già messo a disposizione dei contribuenti i modelli precompilati (per ora solo per la consultazione, dal 20 maggio anche per l’invio e la modifica).
La campagna fiscale in Italia si riferisce a quel lasso di tempo durante il quale i contribuenti devono presentare la loro dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate.
Per cercare di rispettare i tempi messi a disposizione dal Fisco per assolvere ai propri obblighi dichiaratici, è bene che i contribuenti abbiano ben chiari tutti i dubbi che possono sorgere al riguardo e nel particolare chi sono i contribuenti che, pur non lavorando, sono tenuti a fare la dichiarazione dei redditi 2024? Scopriamolo insieme.
Dichiarazione dei redditi, cos’è e finalità: il contesto di riferimento
Prima di indicare chi deve fare la dichiarazione dei redditi anche se non lavora, ricordiamo in breve che quest’ultima altro non è che un documento che i contribuenti devono presentare ogni anno alle autorità fiscali, per dare le informazioni sulle proprie entrate reddituali, sulle detrazioni e sui crediti fiscali spettanti per calcolare l’entità delle tasse da versare a conguaglio o dell’eventuale rimborso a cui si ha diritto.
Grazie alla dichiarazione dei redditi sono poi dichiarate le detrazioni fiscali (senza dimenticare le spese deducibili) a cui il contribuente ha diritto: alcune spese infatti, come ad esempio quelle sostenute per ragioni di salute, per l’istruzione o per versare alla banca gli interessi sul mutuo ipotecario richiesto per l’acquisto dell’abitazione principale, possono essere sfruttate per rendere meno gravosa l’Irpef da versare al Fisco. Si tratta appunto delle cosiddette spese detraibili.
Ecco perché appare evidente l’importanza capire come funziona la dichiarazione dei redditi e vedere altresì chi deve farla, pur non essendo disoccupato e non avendo dunque un reddito da lavoro.
Il senso comune porta a pensare che i soggetti obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi siano sostanzialmente i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, come pure i pensionati (questi ultimi a specifiche condizioni).
Non ci sono solamente però i contribuenti obbligati alla presentazione: ci sono anche lavoratori dipendenti e pensionati che non sono obbligati a presentare il 730. Allo stesso tempo sono obbligati alla presentazione alcuni soggetti che non percepiscono redditi da lavoro o da pensione.
La dichiarazione dei redditi è oggetto di un obbligo per coloro che hanno incassato redditi nel corso dell’anno anteriore. Si tratta di redditi che possono scaturire non soltanto dal proprio lavoro, ma anche dal possesso di immobili o dagli interessi per prestiti, ad esempio.
Pertanto è vero che anche chi è senza lavoro può essere tenuto a fare la dichiarazione dei redditi, ma l’obbligo scatta sulla scorta di specifici limiti di reddito, che tra poco vedremo.
Abbiamo appena detto che lo stato di disoccupazione non equivale a un esonero dall’obbligo dichiarativo. Per fare un tipico esempio pratico, pensiamo al proprietario di una ulteriore abitazione oltre a quella in cui vive, che sceglie di darla in affitto a un inquilino – tenuto al pagamento del canone mensile. Ebbene, in questo caso il proprietario sia nel caso in cui sia dipendente, sia nel caso non lavori, sarà tenuto a fare la dichiarazione dei redditi indicando il reddito da locazione sul quale è chiamato a versare l’Irpef (se non ha esercitato per la locazione il regime della cedolare secca).
Ma è anche vero che l’esonero dalla dichiarazione dei redditi spetta a chi ha un reddito da abitazione principale, incluse le relative pertinenze e altri fabbricati non posti in affitto. Così prevede la legge. Tuttavia questi ultimi devono essere localizzati nello stesso Comune dell’abitazione principale. Pertanto non vale l’esonero nell’ipotesi nella quale il fabbricato non locato sia collocato nello stesso Comune dell’abitazione principale.
In linea generale, dunque, sono tenuti a presentare la dichiarazione i contribuenti che hanno percepito redditi fondiari ossia da fabbricati – ed è anche il caso di chi affitti un locale commerciale. Se una persona disoccupata possiede un locale commerciale e lo affitta a un’attività commerciale o un’azienda, il reddito che scaturisce da questo affitto è considerato un reddito fondiario e andrà dichiarato anch’esso.
Si tratta del caso tipico di chi possiede un locale adibito a negozio affittato a un esercente commerciale, che incassa un canone mensile in cambio. Ebbene, in questo caso il proprietario sarà tenuto a fare la dichiarazione dei redditi – anche se disoccupato e titolare di Naspi.
Analogamente è tenuto a fare la dichiarazione chi, pur senza lavoro, abbia redditi di capitale – e ci riferiamo a quelli prodotti dagli investimenti finanziari o da altre forme di utilizzo del capitale. Si tratta di redditi che scaturiscono da investimenti in strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e varie altre forme di attività finanziarie.
Inoltre, come spiega l’Agenzia delle Entrate, l’Irpef è dovuta alle persone fisiche anche per il possesso dei cd. redditi diversi elencati nell’art. 67 del Testo unico delle imposte sui redditi.
Tra essi abbiamo, ad esempio, i redditi di beni immobili situati all’estero, le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi che scaturiscono da prove di abilità o dalla sorte nonché quelli assegnati in riconoscimento di specifici meriti artistici, scientifici o sociali.
Veniamo ora ad un punto su cui spesso vi sono dubbi: l’indennità di disoccupazione Naspi non è sempre da dichiarare. In buona sostanza se il contribuente, nell’anno di imposta di riferimento, ha avuto come reddito esclusivamente la Naspi e, perciò, ha una sola Certificazione Unica emessa dall’istituto di previdenza, la dichiarazione dei redditi può anche non essere presentata. Ma attenzione perché non deve aver incassato alcun altro reddito.
Infatti, se nel corso dello scorso anno i redditi incassati sono differenti, l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi sussiste e la Naspi andrà così indicata nel documento come reddito da lavoro dipendente o assimilato.
L’obbligo sussiste se si ha soltanto la CU dell’Inps ma si hanno redditi distinti, come ad es. quelli da locazione. In poche parole con l’indennità di disoccupazione, dunque, non di rado il contribuente sarà nella condizione di essere tenuto a presentare comunque la dichiarazione.
Si tratta di chi ha lavorato un solo periodo dello scorso anno, come anche di chi ha altri redditi da dichiarare. E, come detto, con gli altri redditi va dichiarata anche l’indennità Naspi.
Abbiamo accennato sopra al fatto che il reddito effettivamente incassato può comportare l’esonero dalla dichiarazione dei redditi. Ovvero sotto una certa soglia, scatta l’esenzione dall’obbligo per il contribuente.
Per esempio, in caso di reddito derivante da terreni e / o fabbricati (comprese l’abitazione principale e le pertinenze) fino a 500 euro annue e in caso di importi derivanti da assegno periodico corrisposto dal coniuge (escluso il mantenimento dei figli) fino a 8.000 euro annui, non scatta alcun obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Non solo. Il contribuente può evitare di presentare il Modello 730 o del Modello Redditi Persone Fisiche laddove i redditi incassati nel corso dell’anno conducano al versamento di un’imposta al di sotto di 10,33 euro.
Infine, sono esentati dall’obbligo di dichiarazione coloro che hanno solo redditi esenti, come alcune borse di studio o le rendite erogate dall’Inail per invalidità permanente.
Analogamente, un altro caso di esonero per tipologia di reddito attiene a chi ha soltanto redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta come ad es. gli interessi sui conti correnti bancari o postali.