Solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali basilari, contro il 53,9% della media europea
L’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi per quanto riguarda la terza economia. Nel 2023, secondo il Digital Economy e Society Index (DESI), il Paese si posizionava all’ultimo posto in Europa per livello di digitalizzazione. Solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali basilari, contro il 53,9% della media europea, inoltre le figure specializzate in ambito ICT rappresentano solo il 3,9% (media europea del 4,6%). Per le imprese italiane è difficile reperire figure per guidare i processi di innovazione. Questi sono i dati emersi dalla ricerca della Fondazione studi consulenti del lavoro dal titolo “Capitale umano e transizione tecnologica. L’innovazione di competenze che serve alle imprese”.
Cosa è emerso dalla ricerca
Dai dati raccolti è emerso che:
- la media dei laureati nelle materie stem è di soli 18,3 laureati ogni 1.000 ragazzi di età compresa tra 20 e 29 anni;
- il 56,4% delle aziende si affida a figure esterne perché fatica a trovare figure interne specializzate nelle funzioni ICT;
- la domanda di professionalità altamente innovative ammonta a circa 1 milione e 277mila l’anno;
- Solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali basilari (contro il 53,9% della media europea);
- le figure specializzate in ambito ICT rappresentano solo il 3,9% (contro una media europea del 4,6%).
Le figure per le quali c’è più richiesta
Secondo la ricerca i profili più ricercati sono:
- Tecnici programmatori, con 35 mila assunzioni previste all’anno;
- Analisti e progettisti di software;
- Ingegneri energetici e meccanici;
- Progettisti e amministratori di sistemi;
- Tecnici gestori di reti e di sistemi telematici;
- Ingegneri dell’informazione;
- Ingegneri elettrotecnici;
- Matematici, statistici, analisti dei dati;
- Alta specializzazione tecnologica;
- Tecnici web;
- Tecnici dell’organizzazione e della gestione dei fattori produttivi;
- Tecnici delle costruzioni;
- Direttori/dirigenti generali aziende manifattura e PA;
- Ingegneri chimici, petroliferi e dei materiali;
- Tecnici del risparmio energetico e delle energie rinnovabili;
- Direttori e dirigenti di ricerca e sviluppo;
- Fisici e astronomi;
- Tecnici esperti in applicazioni;
- Ingegneri industriali e gestionali;
- Disegnatori industriali;
- Ingegneri civili;
- Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private;
- Specialisti in scienze economiche;
- Addetti alla gestione degli acquisti;
- Specialisti in contabilità e problemi finanziari;
- Approvvigionatori e responsabili acquisti;
- Addetti ai servizi statistici;
- Direttori e dirigenti delle vendite e commercializzazione;
- Tecnici fisici e geologici;
- Ingegneri biomedici e bioingegneri;
- Specialisti nei rapporti con il mercato;
- Tecnici meccanici;
- Tecnici del marketing;
- Tecnici elettronici;
- Manutentori e riparatori di apparati elettronici industriali e di misura;
- Specialisti nelle relazioni pubbliche, dell’immagine;
- Tecnici della pubblicità e delle pubbliche relazioni;
- Architetti, pianificatori, paesaggisti, spec. recupero/conservazione territorio;
- Elettrotecnici;
- Addetti alle operazioni finanziarie per conto dell’impresa o dell’organizzazione.
“La formazione continua è la carta vincente”
“L’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno ridisegnando i contorni del sistema lavoristico, imponendo una rapida trasformazione delle competenze richieste dal mercato. In questo contesto la formazione continua è la carta vincente per risolvere il disallineamento tra domanda e offerta e cogliere le opportunità che l’evoluzione tecnologica impone”, ha commentato il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca.
I risultati della ricerca sono basati sulle informazioni contenute nella banca dati Unioncamere Excelsior.