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Economia

La Naspi può essere ridotta o sospesa quando si trova un nuovo lavoro? I possibili casi

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Giuliana Presti

La NASpI è un sostegno al reddito per coloro che avevano un rapporto di lavoro subordinato e hanno perso involontariamente la propria occupazione

La NASpI (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) è un‘indennità mensile di disoccupazione. Per poterla ricevere è necessario aver perso il lavoro involontariamente, aver lavorato almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti la richiesta, aver versato contributi previdenziali per almeno 52 settimane negli ultimi due anni e non aver superato l’età pensionabile. Ma cosa succede quando si trova un nuovo lavoro? La NASpI può essere ridotta o sospesa?

Cos’è la Naspi

La NASpI è un sostegno al reddito per coloro che avevano un rapporto di lavoro subordinato e hanno perso involontariamente la propria occupazione. È possibile presentare la domanda entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, attraverso il sito dell’INPS e se la domanda sarà accettata, si avrà diritto all’indennità mensile. La durata varia in base al periodo di contribuzione e al reddito precedente del lavoratore, per un massimo di 24 mesi. L’importo mensile è calcolato in base a una percentuale dell’ultimo reddito percepito. La NASpI è stata introdotta per fornire un sostegno economico ai lavoratori in difficoltà e per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro.

Lavoro | pixabay @mwitt1337 – Informagiovanirieti.it

La domanda di NASpI può essere presentata, non solo in caso di licenziamento, ma anche dai lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa e nei casi di risoluzione consensuale del contratto di lavoro intervenuta nell’ambito della procedura obbligatoria di conciliazione nei casi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (art. 7, L. 15 luglio 1966, n. 604) (art. 3, comma 2)“, si legge nel sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. “L’erogazione della NASpI è, comunque, subordinata alla regolare partecipazione alle iniziative di attivazione lavorativa nonché ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai Servizi competenti (art. 7)“, continua la nota.

Cosa succede quando si trova un nuovo impiego

Il Decreto Legislativo n. 22/2015 regola le ipotesi di compatibilità della prestazione con il rapporto di lavoro subordinato (art. 9) oppure con lo svolgimento di lavoro autonomo o di impresa individuale (art. 10). La normativa dispone che:

  • Il diritto a ricevere l’indennità decade se durante il periodo di percezione della NASpI il lavoratore instaura un rapporto di lavoro subordinato, il cui reddito annuale sia superiore al reddito minimo escluso da imposizione fiscale, e si sospende nel caso in cui la durata del rapporto di lavoro non sia superiore a 6 mesi;
  • il lavoratore conserva il diritto alla prestazione ridotta se, durante il periodo in cui percepisce la NASpI, instaura un rapporto di lavoro subordinato, il cui reddito annuale sia inferiore al reddito minimo escluso da imposizione;
  • il lavoratore ha diritto a percepire la NASpI ridotta se titolare di due o più rapporti di lavoro subordinato part-time che cessi da uno dei rapporti a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o di risoluzione consensuale, e il cui reddito corrisponda a un’imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico delle imposte sui redditi (D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917), (nei termini di cui all’art. 10 del D.Lgs. n. 22/2015);
  • per quanto riguarda, invece, la compatibilità dell’indennità di disoccupazione con lo svolgimento di attività lavorativa in forma autonoma o di impresa individuale, si prevede che (art. 10): il lavoratore che, durante il periodo in cui percepisce la NASpI, intraprenda un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale, dalla quale ricavi un reddito che corrisponde a un’imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico delle imposte sui redditi (D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917), deve informare l’INPS entro 1 mese dall’inizio dell’attività, dichiarando il reddito annuo che prevede di trarne. In tale ipotesi, la NASpI è ridotta di un importo pari all’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di fruizione dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno“, viene chiarito nel sito.
Giuliana Presti

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