L’avviamento di un’impresa è un passo cruciale che, con questi incentivi, può essere molto più semplice. Fino a 50.000 euro.
Avviare un’impresa è qualcosa di molto complesso, nonché un grande passo per chi intende inserirsi nel mondo dell’imprenditoria. Un mondo complesso, soprattutto di questi tempi. Oggi, però, vi sono diverse opportunità, tra cui la possibilità di ottenere contributi fino a 50.000.
L’avvio di un’impresa può essere un viaggio eccitante e gratificante, ma anche pieno di sfide e incertezze. Tuttavia, con la giusta pianificazione, determinazione e risorse, è possibile trasformare un’idea imprenditoriale in una realtà redditizia.
Un business plan dettagliato è fondamentale per definire la visione dell’impresa e pianificare le strategie per raggiungere gli obiettivi. Include un’analisi di mercato, una descrizione dell’impresa, una strategia di marketing e vendita, una struttura organizzativa e un piano finanziario. Un business plan solido sarà uno strumento essenziale per attrarre investitori e finanziatori.
Determina il capitale iniziale necessario per avviare l’impresa e identificare le fonti di finanziamento disponibili. Queste possono includere risparmi personali, prestiti bancari, investitori privati, crowdfunding o sovvenzioni governative. Gestisci le tue finanze con attenzione e pianifica il budget in modo diligente per garantire una gestione finanziaria sana. E, in tal senso, contributi del genere sono sicuramente preziosi.
Contributo da 50.000 euro a chi vuole avviare un’impresa
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il decreto Coesione, che porta in sé una serie di incentivi mirati a promuovere l’autoimpiego, puntando soprattutto sui giovani fino a 35 anni e sulle donne disoccupate. Questa nuova misura, denominata “Autoimpiego centro-nord Italia”, si affianca ad una revisione dell’iniziativa “Resto al Sud”, ora denominata “Investire al Sud 2.0”.
L’obiettivo principale di questi incentivi è fornire sostegno finanziario per l’avvio di nuove attività imprenditoriali o professionali. I contributi, che vanno da 30.000 a 50.000 euro, sono erogati sotto forma di voucher a fondo perduto e variano a seconda della zona geografica e del tipo di investimento.
Per le regioni del Sud e le aree colpite da eventi sismici nel 2009 e nel 2016, i voucher possono arrivare fino a 50.000 euro e sono destinati soprattutto alla digitalizzazione e alla transizione energetica. Inoltre, è previsto un contributo a fondo perduto proporzionale all’investimento, che varia dal 65% al 75% per programmi di spesa fino a 200.000 euro.
La platea dei beneficiari include giovani fino a 35 anni disoccupati da almeno un anno, persone in condizioni di marginalità sociale, inattivi e donne disoccupate. I finanziamenti possono essere utilizzati per avviare nuove imprese, società tra professionisti o attività professionali aperte tramite partita IVA. Inoltre, per le startup under 35 dei settori digitali e della transizione green, è prevista una decontribuzione al 100% per tre anni.
Le reazioni a queste misure sono state generalmente positive, con Confesercenti che ha accolto favorevolmente gli incentivi, suggerendo tuttavia correzioni per ampliare la platea dei beneficiari. Proposte come l’aumento del limite di età a 40 anni e percorsi di formazione obbligatori e di lunga durata sono emerse dall’associazione imprenditoriale del Terziario. Confcommercio ha sottolineato l’importanza della qualità dell’azione di formazione e tutoraggio, accanto al sistema dei voucher. Infine, il decreto Coesione introduce nuovi bonus contributivi per chi assume donne e giovani, con un tetto massimo di spesa mensile fino a 650 euro per assunzioni di donne svantaggiate o per disoccupati da oltre 24 mesi nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Sud.
Resta ancora da attendere il decreto interministeriale attuativo per il cosiddetto Superbonus assunzioni 2024, che prevede una maxi-deduzione al 120-130% per nuove assunzioni che comportano un incremento occupazionale.