L’intelligenza artificiale preoccupa tutti e secondo uno studio questa categoria di lavoratori sarà particolarmente colpita dall’IA.
Negli ultimi anni si è discusso tanto di intelligenza artificiale e se ne sono dette davvero di tutti i colori su questa tecnologia: tra le numerose critiche che sono state mosse nei confronti dei sistemi sviluppati tramite IA c’è sicuramente quella relativa alla paura che questa tecnologia potrà essere utilizzata per sostituire il lavoro umano in futuro e a quanto pare non si tratterebbe al 100% di un timore infondato: secondo uno studio una categoria di lavoratori in particolare sarà colpito duramente dalle intelligenze artificiali.
Una delle polemiche maggiori che si sono venute a creare in merito all’IA negli ultimi tempi è quella mossa dalla categoria di artisti, creatori e autori che hanno premuto e stanno premendo da diverso tempo per l’approvazione di normative nazionali e comunitarie per la regolarizzazione dell’intelligenze artificiali per evitare il susseguirsi di casi illeciti come la violazione del diritto d’autore che è stata appurata diverse volte. Si stanno facendo dei grossi passi in avanti in merito, ma il timore che le intelligenze artificiali possano “rubarci il lavoro” è sempre dietro l’angolo.
Il timore che la tecnologia possa sostituire gli esseri umani di certo non nasce adesso ed è sempre stato così: si è sempre avuta la paura che gli strumenti tecnologici potessero andare a emulare le azioni degli esseri umani e dunque sostituirli nel lavoro, ma negli anni si è comunque capito che questo non è mai avvenuto definitivamente: l’intelligenza artificiale, così come le altre tecnologie, sono state sempre utilizzate per aiutare gli umani e velocizzare il loro lavoro, ma non per sostituirli del tutto in maniera definitiva.
Secondo il CEO dell’azienda indiana Tata Consultancy Services, Krithivasan, sembra che però il crescente utilizzo dei sistemi dotati di intelligenza artificiale potrebbe mettere a serio rischio un particolare ambito di lavoro molto comune ai giorni nostri e che viene spesso affidato anche ai giovani che vogliono iniziare a fare le prime esperienze nel mondo del lavoro, ovvero il call center.
In particolar modo ci si sta preoccupando in relazione alle intelligenze artificiali generative, come ad esempio ChatGPT, che venendo istruite sempre di più riescono a dare risposte sempre più dettagliate ed esaustive andando dunque a rendere inutili le chiamate al servizio clienti gestite appunto dai call center delle varie aziende.
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