Ecco il report che spiega cosa pensano i giovani del loro futuro lavorativo, tra preoccupazioni, differenze di genere e precarietà
I giovani di oggi guardano al futuro con preoccupazione senza sapere cosa aspettarsi, e per quanto non tutti siano disposti a scendere a patti e compromessi che potrebbero mettere a repentaglio il loro benessere psicologico, 1 giovane su 5 si prepara a subire ricatti e vessazioni pur di mantenere il proprio posto di lavoro.
Una situazione ben poco rosea, che traspare dal rapporto: “Giovani 2024: Bilancio di una generazione”, che ha coinvolto 1700 giovani tra i 15 e i 35 anni, interpellati dal Consiglio Nazionale dei Giovani e dall’Agenzia Italiana per la Gioventù.
Secondo questo sondaggio, il 25,4% dei giovani ammette di essere molto preoccupato per il proprio futuro lavorativo, mentre il 43% si dichiara abbastanza preoccupato. La somma dei due dati mette in mostra un senso di insicurezza di base, che fa percepire il mondo del lavoro come instabile e precario.
Le giovani donne sembrano essere coloro che dimostrano un maggior grado di preoccupazione, con un 75,8%. Lo stesso vale anche per i giovani che vivono nel Sud Italia che, geograficamente parlando, sono la fascia di popolazione giovanile più preoccupata per il futuro lavorativo, toccando il 71,1%
Il 54,7% degli intervistati, ammette di aspettarsi un lavoro sottopagato, con il rischio che sia instabile e precario e soprattutto non in linea con le competenze apprese durante il percorso di studi (36,5%). Il 35% addirittura pensa di non riuscire ad avere un lavoro e di rimanere disoccupato.
Un dato allarmante che risulta più alto nelle giovani donne piuttosto che nei coetanei di sesso maschile è il fattore “pressioni psicologiche”.
Il 24% delle donne ammette di aspettarsi vessazioni, ricatti e molestie sul posto del lavoro, mentre il timore per le ripercussioni psicologiche nei maschi non sale oltre il 9,7%.
Anche queste differenze di percezione del mondo del lavoro in dipendenza dal genere, devono fare riflettere. Se le ragazze di oggi hanno questo timore, cosa si può fare nel concreto per dimostrare che si sbagliano? Oppure, ancora più importante, bisogna chiedersi se effettivamente si stiano sbagliando oppure no…le pari opportunità, la lotta contro la violenza di genere sul lavoro, come nella vita quotidiana, devono sempre essere perseguite.
I giovani di oggi si dimostrano più sensibili a questi temi e alla tutela dei diritti dei lavoratori.
Per la Generazione Z il lavoro perfetto deve essere stabile, con una retribuzione equa, e dovrebbe riconoscere il merito e valorizzare le competenze apprese e non basarsi su raccomandazioni, per quanto i giovani ad oggi pensino che sia il principale metodo per fare carriera, stando a quanto emerge dal report.
In conclusione, i giovani di oggi sanno quello che vogliono ma sono anche spaventati dalla possibilità di non riuscire mai ad ottenerlo. Tuttavia, non sembrano disposti a scendere a compromessi e sognano un mondo del lavoro in cui possano esistere nuovi valori e nuove prospettive a prescindere da sesso o età.
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