Orari flessibili, una stabilità duratura nel tempo e la possibilità di fare smart working: ecco cosa chiedono gli under 35
Il lavoro è solamente una fonte di reddito, un diritto e un modo per affermare la propria dignità e indipendenza. È questo principalmente il pensiero che i giovani hanno del mondo del lavoro, almeno secondo quelli intervistati dal report FragilItalia “I giovani e il lavoro”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un’analisi condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 34 anni. Altri tratti fondamentali in un impiego sono sicuramente la flessibilità degli orari e la stabilità senza dubbio degli elementi che qualificano l’occupazione ideale, mentre si teme di essere sfruttati e di non avere più tempo per sé stessi.
“È ormai risaputo – commenta Simone Gamberini, presidente di Legacoop – che dopo lo shock iniziale, l’esperienza del Covid ha spinto un po’ tutti a riflettere sulle priorità della propria vita. Valori, tempo e risorse, famiglia. Riteniamo che l’impresa cooperativa sia particolarmente allineata con molti degli aspetti più evolutivi che emergono anche da questo studio. Imprenditorialità ma democratica, partecipativa, orizzontale, mutualistica. Sostenibilità non solo legata all’ambiente, ma alle persone, alle comunità, al valore progressivo della tecnologia”.
Secondo quanto evidenziato dallo studio quindi, il lavoro nella vita di un under 35 in Italia è prioritario solo per il 32% degli intervistati, prima si trova il rispetto (50%), l’onestà (44%), la libertà (42%), l’amicizia (41%), la sincerità (37%), il senso della famiglia (36%). Allo stesso livello del lavoro si trova invece la fedeltà (32%). Sempre secondo il report, quello che i giovani cercano maggiormente nel loro futuro è un’esigenza di sicurezza (30%), uguaglianza (29%), poi ritorna la stabilità (26%), un concetto che sembra essere molto caro agli under 35, poi ecco l’ecologia (23%), l’innovazione e la giustizia sociale (21%). I maggiori problemi riscontrati invece sono la mancanza di prospettive e la poca stabilità nel lavoro (32%), la scarsa attenzione all’ambiente e al cambiamento climatico (29%) e la mancanza di riconoscimento del merito (26%).
Ma cosa rappresenta il lavoro per i giovani italiani? Per quasi uno su due, ovvero il 41%, con punte del 49% per gli appartenenti al ceto medio, è in primo luogo una fonte di reddito, per il 39% invece è un diritto (47% nel Mezzogiorno), per il 38% ancora un modo per affermare la propria indipendenza. Fondamentale per la dignità della persona secondo il 32%, importante per costruirsi una posizione sociale per il 30%. Le maggiori preoccupazioni sono relative al timore di essere sfruttati (40%, ma si arriva al 48% nel Mezzogiorno), mentre il 28% teme di non avere più tempo per sé.
Venendo alla retribuzione, sicuramente una parte fondamentale per i giovani, il 30% predilige una base fissa e una componente legata ai risultati raggiunti, il 26% vorrebbe invece uno stipendio fisso integrato da forme di welfare aziendale. Per il 65% degli intervistati l’ideale sarebbe avere un lavoro di concetto, con orario a tempo pieno (64%) ma che sia il più possibile flessibile (62%), magari con possibilità di fare smart working (57%).
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