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Economia

Crediti di carbonio, cosa sono e perché sono importanti

Published by
Giulia De Sanctis

I crediti di carbonio, o carbon credits, rappresentano un strategia sostenibile orientata alla promozione di progetti nazionali e internazionali di tutela ambientale e climatica

Raggiungere la carbon neutrality per le grandi aziende è un impegno ambizioso che richiede impegno e pianificazione. Per questo motivo esiste una strategia sostenibile che le aiuta a realizzare progetti nazionali e internazionali di tutela ambientale e climatica, con l’obiettivo di ridurre e assorbire i gas ad effetto serra: si tratta dei crediti di carbonio, token acquistabili dalle imprese a grande impatto ambientale che vogliono compensare le emissioni di anidride carbonica attraverso iniziative green.

crediti di carbonio rappresentano un certificato che corrisponde alla rimozione di una tonnellata di anidride carbonica (CO2) o di un equivalente quantitativo di altri gas serra dall’atmosfera.

Questi crediti vengono generati da progetti mirati a ridurre, evitare o catturare le emissioni di gas serra, ad esempio attraverso iniziative come il rimboschimento, la riforestazione, la gestione sostenibile delle foreste o l’implementazione di tecnologie più pulite ed efficienti dal punto di vista energetico.

Crediti di carbonio, cosa sono e perché sono così importanti?

I carbon credits sono stati creati all’interno del Protocollo di Kyoto del 1997 per poi essere confermati negli Accordi di Parigi del 2015: oggi rappresentano un valido strumento per la lotta al cambiamento climatico in un momento particolarmente delicato per il Pianeta nel quale la strada dello sviluppo sostenibile è la sola da perseguire.

Il mercato dei crediti di carbonio offre alle aziende e agli enti che producono emissioni inquinanti l’opportunità di acquistare crediti per compensare le proprie emissioni, in conformità con gli obiettivi di riduzione stabiliti da regolamenti nazionali o internazionali, o su base volontaria.

Crediti di carbonio, qual è il loro utilizzo? | Pixabay @enot-poloskun – Informagiovanirieti

 

Le imprese possono essere tenute per legge ad avere un certo numero di crediti sufficienti a coprire le loro emissioni totali, oppure possono scegliere di acquistarli volontariamente per dimostrare responsabilità ambientale o per rispettare standard di sostenibilità volontari.

I crediti di carbonio devono essere valutati, monitorati e certificati per garantire che le riduzioni delle emissioni siano effettive, misurabili, permanenti e aggiuntive (ovvero, che non sarebbero avvenute senza l’intervento del progetto generatore di crediti). Diversi standard internazionali e organismi di verifica indipendenti si assicurano che i progetti rispettino questi requisiti.

Questi crediti rappresentano un’opportunità per sostenere finanziariamente la transizione verso tecnologie a basso impatto di carbonio e per promuovere pratiche di gestione ambientale sostenibile.

Ma come funzionano i crediti di carbonio? Si parte dalla misurazione, secondo stretti standard internazionali, delle emissioni di CO2 prodotte dall’azienda.

Una volta ricevuto l’esito, l’impresa decide come intervenire per ridurre il più possibile l’impatto del proprio business sull’ambiente, riducendo al limite le emissioni e convertendo la rimanente parte in carbon credit, certificati da associazioni internazionali apposite.

È da qui che, successivamente, partono i progetti di sostenibilità ambientale che mirano a compensare l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente: ad oggi, infatti, il totale azzeramento degli esiti di business non è ancora possibile.

Attivare progetti green a sostegno dell’ambiente è l’obiettivo dei crediti di carbonio, ma come farlo praticamente? Le aziende possono acquistare i token attraverso un broker specializzato oppure investire in prima persona in progetti sostenibili realizzati con lo scopo di assorbire le emissioni nocive.

Un investimento responsabile che guarda al futuro del pianeta, oltre che un impegno concreto verso la transizione ecologica: ogni azienda può decidere di destinare le proprie quote investendo in un progetto nuovo e che non è stato ancora realizzato oppure acquistando i crediti di un progetto in itinere. 

Molti dei programmi legati ai carbon credits riguardano i Paesi in via di sviluppo e mirano a rendere il processo di decarbonizzazione univoco su scala globale andando a ridurre il divario che c’è, anche sulla transizione ecologica, tra Paesi ricchi e Paesi poveri.

L’obiettivo è uno solo: fermare lo sfruttamento delle risorse della terra per permettere loro di rigenerarsi ed offrire, in cambio, benefici non solo ambientali ma anche economici e sociali su larga scala.

È importante dire che l’acquisto dei crediti di carbonio non esula le aziende da possibili rischi: come accade per ogni investimento nel mercato creditizio, le circostanze che possono influenzare le trattative sul progetto a sfondo ambientale sono diverse.

Ecco perché si crea, in questi casi, un contratto, l’Emission Reductions Payment Agreement (Erpa) attraverso cui le due parti si accordano.

Nel documento si trovano specificati tutti i dettagli del progetto, le relazioni tra acquirente e realizzatore, i diritti e i doveri di entrambi e il costo dei crediti.

I crediti di carbonio rappresentano un valido strumento per la lotta ai cambiamenti climatici ma ancora poco conosciuto e condiviso. Tuttavia, negli ultimi anni la sensibilizzazione verso questa strategia sta crescendo anche nel nostro Paese: percorrere nuove strade per la riduzione delle emissioni di CO2 è una priorità e i carbon credits aiutano le imprese a consolidare la propria responsabilità ambientale.

Giulia De Sanctis

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