Cosa si può fare se il proprio datore di lavoro non paga gli straordinari? E cosa rischia, in questo caso, il datore di lavoro? Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo
Il lavoro straordinario non retribuito può essere una delle ragioni per cui si consulta un avvocato per intentare un’azione legale in materia lavorativa. Che si tratti di poche o molte ore, è fondamentale rivolgersi a un professionista per ottenere il dovuto. Ma cosa accade quando il datore di lavoro non rispetta gli accordi presi e non paga quanto dovuto con gli straordinari? E se gli straordinari non vengono retribuiti e magari sono stati svolti “in nero”? Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Per comprendere come agire in caso di lavoro straordinario non retribuito, è fondamentale prima definire cosa sono gli straordinari e come vengono regolamentati dalla legislazione italiana. Lo straordinario si verifica quando si lavora oltre l’orario stabilito nel contratto. Di solito, la legge e i contratti fissano una settimana lavorativa di 40 ore: se si supera questo limite, si parla di straordinario, il quale deve essere compensato. Gli straordinari non pagati costituiscono una violazione di legge.
Anche in questo caso, la normativa prevede che le ore extra non superino le otto ore settimanali. In altre parole, l’orario lavorativo, inclusi gli straordinari, non dovrebbe superare le 48 ore, o comunque rispettare quanto concordato nel contratto di lavoro o nel contratto collettivo.
Lo straordinario non è obbligatorio e il datore di lavoro può richiederlo solo se vi sono comprovate necessità di tipo produttivo, organizzativo o aziendale. Tuttavia, il lavoratore ha il diritto di rifiutarsi di svolgere lavoro aggiuntivo senza subire conseguenze.
In base alla legge, l’orario di lavoro settimanale non può superare le 40 ore, con ulteriori 8 ore di straordinari consentiti. In totale, il dipendente non può lavorare più di 48 ore a settimana. Tuttavia, talvolta sullo stipendio mensile il dipendente riceve solo la paga base, senza il conteggio delle ore aggiuntive effettuate. In tali situazioni, cosa può fare il dipendente? Come può dimostrare di aver lavorato più del dovuto? Approfondiamo le conseguenze per il datore di lavoro nel caso in cui non paghi gli straordinari o faccia lavorare il dipendente oltre le 48 ore settimanali.
Il pagamento degli straordinari per il dipendente è regolato dalla normativa e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) pertinenti alla sua categoria professionale. Di conseguenza, il lavoratore ha diritto a una retribuzione aggiuntiva rispetto allo stipendio base per ogni ora di lavoro straordinario oltre alle ore standard stabilite nel suo contratto, di solito 40 ore settimanali.
Le modalità di compensazione per gli straordinari devono rispettare le seguenti condizioni:
– Devono essere maggiorati rispetto alla retribuzione ordinaria, con la percentuale di maggiorazione stabilita dai CCNL in base all’orario (giorni feriali, festivi, notturni), al numero di ore e alla frequenza degli straordinari.
– Devono essere distinti e separati dallo stipendio ordinario.
– Devono essere dettagliati nella busta paga, includendo il numero di ore straordinarie, la percentuale di maggiorazione applicata e l’importo lordo e netto del compenso.
L’articolo 2108 del Codice Civile, infatti, stabilisce che in caso di prolungamento dell’orario normale, il lavoratore deve essere compensato per le ore straordinarie con un aumento della retribuzione rispetto a quella spettante per il lavoro ordinario.
Attualmente, purtroppo, molte circostanze di straordinari non retribuiti persistono, spesso aggravate dalle difficoltà economiche. Le imprese richiedono ai propri dipendenti di svolgere lavoro extra, senza tuttavia registrarli nei documenti ufficiali, lasciando così queste ore non retribuite. In questi casi, però, scattano delle sanzioni. Ecco quali sono.
Nel caso di lavoro straordinario non pagato, il dipendente ha diverse opzioni. Può decidere di terminare il contratto e dimettersi. Per recuperare i compensi degli straordinari, può ricorrere a:
– Un sindacato: una figura di questo tipo si occuperà del calcolo delle ore e delle somme dovute. Successivamente, invierà una lettera al datore di lavoro per richiedere il pagamento degli straordinari non retribuiti.
– Un avvocato: se nonostante l’intervento sindacale non si ottiene il pagamento, è possibile rivolgersi a un legale che valuterà la situazione e deciderà come agire.
– Un ispettorato del lavoro nella città in cui si lavora: fornendo tutta la documentazione necessaria per il calcolo delle somme dovute e la prova del lavoro non retribuito ci si può rivolgere a un ispettorato. Sarà quindi redatto un verbale per avviare un’indagine sull’operato dell’azienda.
Se gli straordinari sono stati registrati nella busta paga, il processo sarà più diretto poiché sarà possibile dimostrare l’esistenza di ore non pagate. L’avvocato potrà utilizzare questo documento come prova per richiedere un decreto ingiuntivo contro l’azienda. Se nonostante il decreto gli straordinari non vengono pagati, si potrà procedere con il pignoramento dei beni del datore di lavoro.
La complicazione sorge quando le ore extra non vengono riportate sulla busta paga, creando una situazione di lavoro non dichiarato che richiede prove concrete. In tal caso, l’unico ricorso è avviare una causa legale in cui occorre dimostrare di aver effettivamente svolto lavoro straordinario.
Serve quindi fornire prove tangibili:
– Testimonianze di colleghi o fornitori che possano confermare di aver visto il dipendente lavorare al di fuori dell’orario stabilito. Devono attestare di averlo visto impegnato in attività extra.
– Utilizzare documenti come ricevute firmate dal dipendente che indicano data e orario degli straordinari effettuati.
– Presentare documentazione fotografica, come chat, messaggi o e-mail scambiati con il datore di lavoro riguardo agli straordinari.
– Inoltre, durante il processo, si può richiedere al titolare dell’azienda di essere interrogato in modo da ottenere eventuali confessioni o ammissioni.
Il datore di lavoro è vincolato a non richiedere al dipendente più di 8 ore di straordinari a settimana rispetto all’orario base. Oltrepassare questo limite può comportare sanzioni amministrative, che variano a seconda della gravità e del contesto:
– Da 240 euro a 1.800 euro, nella maggior parte dei casi.
– Da 960 euro a 3.600 euro, se la violazione coinvolge più di 5 lavoratori o si verifica in almeno 3 periodi di riferimento (4, 6 o 12 mesi).
– Da 2.400 euro a 12.000 euro, se la violazione riguarda più di 10 lavoratori o si verifica in almeno 5 periodi di riferimento (4, 6 o 12 mesi). In questo caso, non è consentito il pagamento della sanzione in misura ridotta.
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