Il sogno di andare a lavorare nel Regno Unito non sarà più così semplice per i giovani italiani: scopriamo perchè.
L’ingresso nel mercato del lavoro nel Regno Unito, soprattutto per i giovani laureati italiani, si sta trasformando in un’impresa sempre più ardua, se non addirittura impossibile. Questo cambiamento è dovuto all’entrata in vigore delle nuove disposizioni riguardanti i requisiti per ottenere il visto, stabilite dalla legge anti-immigrazione annunciata dal primo ministro britannico Rishi Sunak nel dicembre 2023.
Secondo queste nuove norme, il salario minimo richiesto per rimanere nel Paese è drasticamente aumentato. Non sarà più sufficiente guadagnare 26.200 sterline all’anno, ma sarà necessario percepirne almeno 38.700, pari a circa 45.000 euro. Se tale soglia non viene raggiunta, nessuna azienda potrà più sponsorizzare il lavoratore, rendendo così impossibile l’ottenimento del visto di lavoro.
La situazione per chi desidera entrare e rimanere a Londra sta diventando quindi estremamente complessa. Questa stretta fa parte degli sforzi del governo britannico per ridurre il numero annuale di nuovi ingressi nel Paese di circa 300.000 unità, favorendo l’ingresso solo di personale altamente qualificato. Il Regno Unito ha abolito il regime fiscale “non-dom”, che consentiva ai residenti nel Paese ma non domiciliati di essere tassati solo sui redditi e sui capital gains di fonte britannica.
Questa abolizione potrebbe ridurre ulteriormente l’attrattiva del Regno Unito quindi per gli individui altamente specializzati. Uno scenario che coinvolge anche l’Italia, considerando che il regime fiscale “non-dom” è stato introdotto anche nel nostro Paese nel 2017. Nonostante la Brexit, nel 2022 il Regno Unito ha registrato un record nel saldo tra ingressi e uscite nel Paese, con un incremento di 745.000 persone in un solo anno. Tuttavia, con le nuove restrizioni, il governo britannico sta cercando di limitare l’immigrazione non qualificata e di attrarre solo lavoratori di alto livello.
Questa misura fa parte di un più ampio pacchetto legislativo voluto dal primo ministro Sunak per limitare l’immigrazione nel Paese. Oltre al rialzo dello stipendio minimo, sono state introdotte restrizioni anche per coloro che desiderano ricongiungersi con i propri familiari nel Regno Unito. Per ottenere il visto sarà necessario percepire un salario di almeno 29.000 sterline, contro i precedenti 18.600. Entro l’inizio del 2025, tale cifra salirà ulteriormente a 38.700. L’unica alternativa per il ricongiungimento rimane l’ottenimento della cittadinanza britannica, un processo tutt’altro che agevole che richiede 5 anni di lavoro continuativo nel Paese, oltre a un anno con permesso di soggiorno a tempo indeterminato.
Al momento, esiste una possibilità per i giovani lavoratori, sebbene non riguardi i cittadini europei. Si tratta di un visto speciale che consente ai lavoratori under 30 o under 35 di rimanere nel Regno Unito per 2 anni senza necessità di sponsorizzazioni da parte delle aziende. Tuttavia, questo accordo è valido solo per Paesi come Canada, Giappone e Corea del Sud, escludendo le nazioni dell’Unione Europea.
Gli italiani residenti nel Regno Unito ammontano a circa 700.000, di cui 350.000 sono registrati come residenti all’estero. L’età media di questa comunità è di 37 anni, con circa il 30% di loro che ha meno di 30 anni. Secondo Domenico Bellantone, console generale italiano a Londra, da ora in poi nel Regno Unito arriveranno principalmente lavoratori altamente qualificati nel settore dell’ospitalità, della ricerca scientifica, del management alberghiero e del settore finanziario.Inizio modulo
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