Tutto quello che c’è da sapere sul riscatto della laurea, come inserirlo nel modello 730 e quali benefici porta.
Nel modello 730/2024, relativo alle dichiarazioni dei redditi per l’anno fiscale 2023, è ancora possibile ottenere la detrazione per i contributi versati per il riscatto del corso di laurea. Questo beneficio è stato introdotto dalla legge di bilancio del 2008 (art. 1, comma 77, legge 24 dicembre 2007, n. 247), che ha apportato modifiche al decreto legislativo n. 184 del 30 aprile 1997, riguardante il riscatto di corsi universitari di studio per i familiari a carico. Le nuove disposizioni riguardanti il processo di riscatto si applicano esclusivamente alle richieste presentate dal 1° gennaio 2008 in poi.
L’Inps ha chiarito, tramite la circolare dell’11 marzo 2008, n. 29, i requisiti per coloro definiti “inoccupati”, i quali possono riscattare gli anni di laurea secondo quanto stabilito nell’articolo 2, comma 5-bis, del suddetto decreto legislativo. Gli “inoccupati” sono individui che, al momento della richiesta, non sono mai stati iscritti a nessun regime previdenziale obbligatorio, incluso il sistema di Gestione Separata previsto dall’articolo 2, comma 26, della legge n. 335 dell’8 agosto 1995.
Dove indicare i contributi
Per quanto riguarda la segnalazione dei contributi per il riscatto della laurea nel modello 730/2024, si trovano nel Quadro E ai righi da E8 a E10 o al rigo E21. Nel dettaglio, nei righi da E8 a E10, il codice “32” va inserito per i contributi versati per il riscatto del corso di laurea o del corso ITS Academy dei familiari a carico. È importante notare che il riscatto degli anni di laurea è consentito anche per coloro che non hanno ancora iniziato a lavorare e non sono iscritti a nessun regime previdenziale obbligatorio. Se i contributi sono stati versati direttamente dall’interessato che ha percepito un reddito soggetto a imposte, possono essere dedotti dal reddito indicando il codice onere 32 nel rigo E21, tra i contributi previdenziali e assistenziali.
La tracciabilità
Da precisare che, a partire dall’anno d’imposta 2020, la detrazione per i contributi versati per il riscatto di laurea dei familiari a carico è concessa solo se l’onere è stato sostenuto tramite versamento bancario, postale o altri sistemi di pagamento tracciabili. Il contribuente deve dimostrare l’uso di tali sistemi di pagamento attraverso prove cartacee della transazione o pagamento, come ricevute di carte di debito o credito, estratti conto, copie di bollettini postali o MAV e pagamenti con PagoPA. Non essendo fissato alcun limite massimo, la detrazione viene calcolata sull’intero importo versato, indipendentemente dal reddito complessivo.
Che cos’è il riscatto della laurea
Il riscatto della laurea è un’opzione offerta da alcuni sistemi previdenziali che consente di computare nel proprio percorso contributivo gli anni di studio universitario come se fossero stati effettivamente lavorativi. Questo permette loro di accedere a determinati benefici previdenziali o di pensione che richiedono un certo numero di anni di contributi versati.
In pratica, coloro che hanno conseguito un titolo di laurea possono, tramite il riscatto, “acquistare” gli anni di studio universitario come se fossero anni di lavoro effettivo, aumentando così il proprio conteggio contributivo e potenzialmente migliorando la propria posizione in termini di pensione o altri benefici previdenziali. Tuttavia, il riscatto della laurea comporta il versamento di contributi previdenziali retroattivi, i cui importi e modalità di pagamento possono variare a seconda del sistema previdenziale nazionale.