Come procede la domanda e l’offerta di lavoro in Italia? Ecco gli ultimi dati e le figure professionali più richieste
Quando si tocca l’argomento spinoso “posti di lavoro”, soprattutto in Italia c’è chi storce il naso e sottolinea come la disoccupazione sia in aumento e si fatichi a trovare un posto fisso, o comunque un contratto di lavoro vantaggioso.
Ma è davvero così? Ecco cosa dicono gli ultimi dati raccolti da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro.
Numeri rassicuranti ma un grosso punto di domanda
Secondo le prospettive più favorevoli, pare che tra marzo e maggio dovrebbe esserci un’impennata di contratti, toccando la cifra di un milione e 400mila posti di lavoro.
Visto così, questo numero fa sicuramente ben sperare, ma c’è una grossa difficoltà a cui le aziende italiane faticano a trovare una soluzione, ovvero il mismatch.
Per mismatch si intende la difficoltà a trovare un candidato che matchi con l’offerta di lavoro per abilità.
Pare, infatti, che il 50% dei profili più cercati dalle aziende italiane siano introvabili, e non stiamo parlando di difficoltà nel trovare un candidato con alcune precise caratteristiche a livello di attitudine o skills, ma una difficoltà legata al tipo di lavoro, ovvero nel trovare alcune figure professionali che sembrano essere scomparse quasi del tutto.
Quali sono i profili più cercati?
La categoria di lavoratori più cercati da aziende e PMI è quella che comprende gli operai specializzati. Peccato che il mismatch in questo settore sia elevatissimo e le aziende fatichino parecchio a trovare dei candidati con esperienza alle spalle. A seguire, troviamo anche il fabbro: per molti versi questa professione sta diventando sempre più introvabile, tanto che nell’80% dei casi le aziende faticano moltissimo ad assumerne uno.
Ma perché avviene tutto questo? Perché alcuni lavori considerati “vecchi” stanno andando via via scomparendo. In un mondo dove la tecnologia sta inghiottendo diverse realtà aziendali, molti giovani di oggi decidono di indirizzare la loro formazione nella direzione tech o informatica, decisione sicuramente saggia, ma questo fa in modo che i lavori considerati “più datati” vadano scomparendo, nonostante la domanda sia altissima da parte di aziende e imprese.
Lavori vecchi al passo con i tempi
In realtà, questi lavori considerati “vecchi” stanno a loro volta subendo un’evoluzione: gli operai si trovano a dover lavorare ogni giorno con strumenti e macchinari sempre più sofisticati e all’avanguardia, e anche la figura del fabbro ha subito un’evoluzione, trasformando i fabbri in persone preparate e pronte a risolvere nuove tipologie di problematiche più complesse, anche attraverso nuove tecnologie e strumentazioni. Ad esempio, il lavoro del fabbro ad oggi comprende anche:
- Cambiare e sbloccare serrature sempre più complesse
- Realizzare griglie e serramenti anti intrusione considerando anche sofisticati sistemi di allarme
- Installare cler automatizzate
L’innovazione è un fume in piena che porta tutti con sé, anche i piccoli artigiani o i lavoratori autonomi che sono rimasti ancorati ai lavori considerati più “manuali” e meno di “intelletto” ma che, in realtà, uniscono a loro volta tecnologia e capacità tecnica ma anche mentale.
Le offerte di lavoro parlano chiaro: per quanto la digitalizzazione stia portando a nuove figure lavorative, i numeri raccolti da Istat e Unioncamere, hanno confermato un cambiamento dell’andamento della domanda, un’inversione di rotta che sembra ripagare maggiormente soprattutto i lavori manuali in cui l’esperienza e la capacità tecnica sono essenziali.
Come formare i giovani?
Fare in modo che i giovani imparino un mestiere come il fabbro, l’operaio o l’idraulico è importante.
Incentivare a specializzarsi in questi ambiti soprattutto i più giovani non solo aprirà loro numerose porte che ad oggi il mondo del lavoro tiene ben spalancate per questi settori, ma anche di non fare scomparire delle categorie di lavoro tutt’ora essenziali, che per qualche motivo stanno passando in secondo piano.
Se questo non dovesse avvenire, le aziende cominceranno a cercare sempre di più questi professionisti all’estero, dove comunque i salari medi per questi ruoli sono decisamente più alti rispetto all’Italia.
Le macchine non hanno ancora sostituito l’uomo, e questi dati dimostrano quanto sia essenziale tutt’ora la manodopera di qualità e affidabile.
In ogni caso, i numeri sono incentivanti: sapere che verranno firmati più di un milione di nuovi contratti di lavoro fa ben sperare sull’esito della battaglia contro la disoccupazione che da anni tiene sotto scacco il nostro Paese.