L’Italia è chiamata a una sfida importante sul piano del mercato del lavoro nei prossimi anni: scopriamo quale.
Nei prossimi cinque anni, l’Italia si troverà di fronte a una sfida significativa sul fronte dell’occupazione, con la necessità di integrare ben tre milioni di nuovi posti nel mercato del lavoro. Questo aumento della richiesta di forza lavoro si distribuirà in modo disomogeneo sul territorio nazionale, con più di 600.000 posti aggiuntivi previsti in Lombardia, e oltre 300.000 nel Lazio, in Campania e in Emilia-Romagna. Queste stime sono fornite da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro nel loro report sulle previsioni a medio termine.
Tale incremento della domanda di lavoro dipenderà dalle condizioni macroeconomiche prevalenti durante il periodo 2024-2028, con un fabbisogno previsto tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati. Tuttavia, emerge una lacuna critica nel mercato del lavoro italiano: la carenza di giovani laureati in discipline scientifiche, di esperti nel settore della transizione ecologica e di lavoratori con competenze digitali avanzate. Come riportato dal Messaggero, questa mancanza potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per l’economia italiana in rapida evoluzione.
Parallelamente, si assiste a una trasformazione nella composizione della forza lavoro, con una diminuzione della richiesta di operai non qualificati e un aumento delle opportunità per professionisti tecnici e specializzati. Questo riflette l’evoluzione del tessuto industriale italiano verso settori ad alta tecnologia e innovazione, dove sono richieste competenze più specializzate e aggiornate.
Quali sono le regioni dove ci sarà più domanda
Unioncamere prevede anche un possibile aumento complessivo del numero di occupati nel quinquennio considerato, con stime che vanno da un minimo di 238.000 a un massimo di 722.000 persone in base agli scenari previsti. In questa prospettiva, la regione Lombardia appare come il fulcro dell’attività economica, concentrando oltre il 18% della domanda nazionale di lavoro, seguita dal Lazio, dalla Campania e dall’Emilia-Romagna.
I dati recenti dell’Istituto Nazionale di Statistica confermano la tendenza positiva dell’occupazione, con un aumento di 481.000 occupati rispetto al 2022, la maggior parte dei quali impiegati a tempo indeterminato. Allo stesso tempo, il numero di disoccupati è sceso a 2 milioni, registrando una diminuzione di 81.000 persone rispetto all’anno precedente.
Le sfide per il futuro
Nonostante questa crescita nell’occupazione, persistono sfide significative legate alla ricerca di personale qualificato. Le difficoltà nel reperimento di lavoratori adatti alle esigenze del mercato costano all’Italia quasi 44 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 2,5% del PIL. In questo contesto, diventa essenziale orientare i percorsi formativi verso le competenze richieste dalle aziende e dalle industrie in rapida trasformazione.
Guardando al futuro, si prevede un aumento della domanda di professionisti specializzati e tecnici, supportato anche dalla richiesta proveniente dalla Pubblica Amministrazione, che prevede di reclutare oltre 170.000 persone entro il 2024. Questo processo potrebbe anche segnare un importante cambiamento generazionale all’interno della Pubblica Amministrazione, con un dipendente su cinque che andrà in pensione nei prossimi cinque anni.
Ciò potrebbe portare a un rinnovamento del personale e a un’innovazione dell’amministrazione pubblica stessa. Il panorama dell’occupazione in Italia si presenta dinamico e in evoluzione, con la necessità di affrontare sfide legate alla formazione, alla qualificazione della forza lavoro e alla sua distribuzione territoriale. Solo attraverso un impegno coordinato tra istituzioni, settore privato e istituti formativi sarà possibile sfruttare appieno le opportunità offerte dalla crescita economica e tecnologica del paese.