Ecco tutto quello che bisogna sapere e le novità che riguardano le tasse del 2025 dei lavoratori con redditi fino a 28mila euro
A partire dal 2025, i lavoratori con redditi fino a 28mila euro godranno di minori imposte sul reddito. L’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Giancarlo Righini, ha annunciato che dall’inizio del 2025 sarà abolita l’aggiunta dell’1,6% all’Irpef per coloro con redditi fino a 28mila euro. Per coloro con redditi compresi tra 28mila e 35mila euro, invece, è stata introdotta una detrazione fissa di 60 euro. Questa iniziativa beneficerà più di 1,2 milioni di residenti nella Regione Lazio, come stabilito dalla Legge Regionale 134 del 21 febbraio 2024, relativa alla Variazione di Bilancio della Regione per il triennio 2024/2026. Ecco tutto quello che bisogna sapere nel dettaglio.
Nel 2024, la Regione Lazio ha registrato una mancanza di risorse che ha impedito il finanziamento del fondo per tagliare le tasse. Tuttavia, il taglio previsto per il 2025 è stato già annunciato, dimostrando il successo delle decisioni adottate per l’anno in corso. Questo successo ha consentito un aumento del 40% del fondo stesso, con un’allocazione di 140 milioni di euro anziché i 100 milioni inizialmente pianificati.
L’esenzione si applica all’addizionale regionale all’Irpef e coinvolge una popolazione di 1,2 milioni di residenti nel Lazio con redditi fino a 28mila euro. Per coloro con redditi superiori, fino a 35mila euro, è previsto un contributo fisso di 60 euro, che si aggiungerebbe teoricamente ai 260 euro di risparmio previsti dalla riforma fiscale tramite la rimodulazione delle aliquote Irpef.
Tuttavia, questo aspetto dipende dalla proroga del taglio alle aliquote e agli scaglioni dell’Irpef, poiché la novità è stata prevista solo per il 2024 dalla Legge di Bilancio e richiederà rifinanziamento e conferma per essere estesa anche l’anno successivo.
Secondo i piani della Regione Lazio, quindi, Righini spiega che l’obiettivo è raggiungere un taglio complessivo di 320 euro (60 euro di contributo aggiuntivo sommati ai 260 euro di risparmio dell’Irpef), il che permetterebbe di neutralizzare l’incremento registrato nel 2024.
Nel 2025, ci saranno ulteriori cambiamenti nell’Irpef a vantaggio dei lavoratori, con la possibilità di un nuovo bonus dopo quello di 260 euro (massimo annuo) assegnato nel 2024 ai redditi compresi tra 15mila e 28mila euro.
Attualmente, le aliquote dell’Irpef sono suddivise in tre fasce:
– Per i redditi fino a 28mila euro si applica una ritenuta del 23%;
– Per i redditi superiori a 28.000 e fino a 50mila euro, la ritenuta è del 35%;
– Infine, per la parte che eccede i 50mila euro, si sale al 43%.
Nel 2025, si cercherà di alleggerire ulteriormente l’imposta coinvolgendo anche i ceti medio-alti. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, è improbabile una semplificazione a due scaglioni, considerando le risorse disponibili. Al massimo, potrebbe esserci un taglio dell’imposta per chi ha uno stipendio annuo di 55mila euro.
Ci sono diverse ipotesi su questo, ognuna con un bonus diverso in busta paga (e per una categoria di lavoratori differente). Va ricordato che, innanzitutto, il governo dovrà allocare le risorse per confermare l’aliquota del 23% (anziché del 25%) per lo scaglione tra i 15mila e i 28mila euro, attualmente finanziata solo per il 2024.
La proposta meno onerosa per il bilancio statale è quella di aumentare la percentuale del secondo scaglione al 35%, applicandola ai redditi fino a 55mila euro. Questa modifica sarebbe vantaggiosa per coloro con redditi compresi tra 50mila e 55mila euro, che nel 2024 non beneficiano dell’aliquota agevolata al 23% per il secondo scaglione. In pratica, oltre ai 260 euro risparmiati grazie alla riduzione dell’aliquota per la fascia di reddito tra 15mila e 28mila euro, si aggiungerebbe un ulteriore risparmio del 8% per la parte di reddito tra 50mila e 55mila euro, fino a un massimo di 400 euro. Complessivamente, ciò significherebbe un bonus in busta paga di 660 euro all’anno per queste persone.
La seconda proposta, al contrario, contempla la riduzione dell’aliquota per il secondo scaglione (attualmente tra i 28mila e i 50mila euro, ma con la possibilità di estendere il limite fino a 55mila euro) dal 35% al 34%. Di conseguenza, ci sarebbe un risparmio aggiuntivo del 1% (sommando al 2% già applicato per il primo scaglione tra 15mila e 28mila euro) per la parte di reddito compresa tra 28mila e 55mila euro. Questo comporterebbe un risparmio aggiuntivo rispetto al 2024 di 230 euro all’anno per uno stipendio di 50mila euro, e persino 670 euro (con l’aggiunta dei 260 euro risparmiati per la fascia di reddito tra 15mila e 28mila euro) per chi guadagna 55mila euro.
Infine, la terza opzione, la quale è anche la più costosa, prevede la riduzione dell’aliquota al 33% per il secondo scaglione. In questo scenario, il risparmio potrebbe arrivare fino a 440 euro per chi ha un reddito annuo fino a 50mila euro, mentre per coloro che guadagnano 55mila euro il risparmio potrebbe salire a 940 euro (per un totale di 1.200 euro, includendo anche i 260 euro risparmiati sulla fascia di reddito tra 15mila e 28mila euro).
In sostanza, ciascuna delle tre proposte favorirebbe maggiormente gli stipendi tra i 50mila e i 55mila euro, che potrebbero beneficiare di un incremento annuo rispetto al 2024 fino a 1.200 euro, considerando anche l’esclusione dal bonus di 260 euro introdotto con la revisione del secondo scaglione. Tuttavia, anche per i redditi più bassi ci sarebbe un vantaggio significativo: considerando gli effetti della riforma del 2024, si potrebbe ottenere un guadagno annuo tra 480 e 700 euro (a seconda che l’aliquota del secondo scaglione venga ridotta al 34% o al 33%) per chi guadagna 50mila euro, tra 380 e 500 euro per chi guadagna 40mila euro e tra 330 e 400 euro per chi guadagna 35mila euro. I lavoratori con redditi fino a 28mila euro potrebbero non essere contemplati nella nuova riforma, subendo quindi un trattamento meno favorevole. Inoltre, resta da capire cosa accadrà per i redditi superiori a 55mila euro; tuttavia, sembra che per loro non ci saranno riduzioni dell’Irpef, ma potrebbero essere riviste le detrazioni per compensare i benefici delle nuove aliquote, come avvenuto quest’anno per i redditi superiori a 50mila euro.
Righini ha comunicato che, oltre all’esenzione per l’addizionale regionale, è stata introdotta una nuova misura sull’Irap. Questa prevede un’esenzione dello 0,98% per le imprese del Terzo Settore con un fatturato inferiore al milione di euro. Questa ulteriore novità, concordata con i sindacati, sarà attiva a partire dal primo gennaio 2025.
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