Quali sono le Categorie Protette? Quali requisiti bisogna avere per farne parte? Ecco la risposta a queste e ad altre domande
In Italia, il termine “Categorie Protette” si riferisce ai lavoratori che, a causa di condizioni fisiche o sociali specifiche, godono di tutele e agevolazioni particolari nell’ambito lavorativo. Queste disposizioni sono definite nella Legge 68/99, emanata il 12 marzo 1999, conosciuta anche come “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. In questo articolo vi spiegheremo quali sono le Categorie Protette e vi aiuteremo a risolvere molti altri vostri dubbi.
La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, all’articolo 21, stabilisce il divieto di discriminazione basata su una vasta gamma di caratteristiche, tra cui sesso, razza, colore della pelle, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche, appartenenza ad una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età o orientamento sessuale. Questo divieto si estende anche alle categorie protette, come definito dalla normativa europea.
Le Categorie Protette comprendono individui con disabilità, patologie gravi e altre forme di invalidità psico-fisiche. Al fine di proteggere queste persone da discriminazioni sul luogo di lavoro, la Costituzione Italiana prevede specifiche tutele di legge per le Categorie Protette.
Secondo l’articolo 1 della legge 68/99 sul collocamento dei disabili, le categorie protette includono le seguenti persone:
1) Individui affetti da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap intellettivo che comporta una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, attestata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile (conformemente alla tabella indicativa delle percentuali di invalidità per minorazioni e malattie invalidanti approvata, ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo 23 novembre 1988, n. 509); così come le persone la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle proprie attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale di almeno un terzo (in base all’articolo 1, comma 1, della legge 12 giugno 1984, n. 222).
2) Le categorie protette includono anche le persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, accertato dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL).
3) Persone non vedenti, ovvero coloro che sono affetti da cecità assoluta o hanno un residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi (conformemente alla Legge 27 maggio 1970, n. 382);
4) Persone sordomute, cioè coloro che sono affetti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata (Legge 26 maggio 1970, n. 381);
5) Gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra e gli invalidi per servizio con minorazioni ascritte dalla prima alla ottava categoria, come definite nelle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra (approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni).
Alle categorie di disabili indicate nell’articolo 1 della legge 68/99 si aggiungono le categorie protette individuate dall’articolo 18 comma 2 della stessa legge, che includono:
– Orfani e coniugi superstiti (vedove/i e figli) di deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio, o in conseguenza dell’aggravarsi dell’invalidità riportata per tali cause;
– Figli e coniugi di coloro che sono stati riconosciuti grandi invalidi al 100% per cause di lavoro, servizio, guerra;
A queste si aggiungono:
– Profughi italiani rimpatriati (ai sensi della Legge 26 dicembre 1981, n. 763);
– Familiari orfani e vedove di vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (Legge n. 407 del 23/11/98);
– Figli orfani di un genitore a seguito di omicidio commesso in danno del genitore stesso dal coniuge, anche se legalmente separato o divorziato, dall’altra parte dell’unione civile, anche se l’unione civile è cessata, o dalla persona legata da relazione affettiva e stabile convivenza (articolo 6 comma 1 della Legge 11 gennaio 2018, n. 4).
Per aderire alle Categorie Protette, è fondamentale recarsi presso il centro per l’impiego situato nella propria provincia di residenza. Prima di avviare tale procedura, è necessario ottenere una certificazione che confermi che il soggetto richiedente abbia almeno il 45% di invalidità.
La valutazione della percentuale di invalidità è eseguita da una commissione sanitaria competente dell’ASL territorialmente responsabile. Per completare questa fase, è necessario seguire alcuni passaggi. Il primo passo da fare è quello di rivolgersi al proprio medico curante, il quale attesterà la condizione e compilerà specifici modelli di certificazione predisposti dall’INPS.
Subito dopo bisogna compilare digitalmente il “certificato introduttivo” e inviarlo all’INPS tramite canale telematico. A questo punto, il sistema genererà un codice, che sarà consegnato al paziente insieme alla firma del medico curante.
Successivamente, il soggetto richiedente dovrà sostenere una visita presso la commissione sanitaria, presentando all’INPS il certificato introduttivo firmato dal medico. Entro 30 giorni, si riceverà una convocazione per la visita tramite raccomandata con avviso di ricevimento via email o all’indirizzo fornito.
Al termine della visita, la commissione sanitaria redigerà un verbale elettronico, attestando la percentuale di invalidità e la “scheda funzionale”, nella quale verranno certificate le capacità lavorative del soggetto e le mansioni a cui potrà essere assegnato effettivamente. L’INPS, a questo punto, invierà alla persona interessata una copia del verbale in doppio esemplare: uno contenente i dati sensibili del soggetto e l’altro contenente solo il giudizio finale sulla percentuale di invalidità, utilizzabile per scopi amministrativi.
Una volta ottenuto il verbale che attesta una percentuale di invalidità superiore al 45%, sarà possibile presentarsi presso il centro per l’impiego. Qui verrà richiesto al soggetto richiedente di compilare un modulo apposito che dimostri il possesso dei requisiti necessari:
– Avere un’età superiore ai 15 anni;
– Non essere in età pensionabile;
– Essere in stato di disoccupazione;
– Possedere la percentuale di invalidità richiesta dalla legge.
Le persone disabili e appartenenti alle Categorie Protette possono trovare supporto e opportunità di lavoro tramite diverse fonti:
1) Iscrizione al Centro per l’impiego (CPI): è importante iscriversi al centro per l’impiego nella propria città per figurare negli elenchi speciali di collocamento mirato. I CPI pubblicano Avvisi di Avviamento a selezione di soggetti disabili o appartenenti a categorie protette, offrendo anche servizi di consulenza e assistenza sulle offerte di lavoro disponibili nella zona.
2) Monitoraggio dei concorsi pubblici per Categorie Protette: è possibile monitorare i concorsi pubblici per categorie protette sul portale governativo inPA, che aggiorna costantemente i nuovi bandi aperti dalle pubbliche amministrazioni. Le Categorie Protette possono beneficiare di riserve di posti in questi concorsi.
3) Ricerca di offerte di lavoro online: esistono siti web specializzati nella ricerca di impiego per disabili e Categorie Protette. È sufficiente effettuare una ricerca su Google o su portali di lavoro utilizzando parole chiave come “lavoro Categorie Protette” per trovare annunci dedicati.
4) Contatto con Agenzie per il lavoro: le principali agenzie per il lavoro hanno divisioni dedicate alle persone con disabilità. È possibile contattare direttamente gli uffici delle agenzie o visitare i loro siti web per cercare opportunità di lavoro per le Categorie Protette.
Seguendo questi passaggi, le persone disabili e appartenenti a queste categorie possono accedere a varie opportunità di impiego e trovare il supporto necessario nella ricerca di lavoro.
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