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Lavoro

Telefonate ed email dal capo fuori dall’orario di lavoro, l’Australia vorrebbe vietarle

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Giuliana Presti

La proposta, che prevede al suo interno anche altre novità per il mondo del lavoro, ha ricevuto il sostegno dalla maggior parte dei senatori australiani e dovrebbe approdare in parlamento a metà febbraio

L’Australia sta pensando di introdurre una legge che possa tutelare i lavoratori quando ignorano chiamate o messaggi del proprio capo fuori dall’orario di lavoro, proteggendoli da sanzioni e ripercussioni negative. Si chiama “diritto alla disconnessione” ed è stato pensato per evitare le telefonate di lavoro al di fuori dei turni e/o durante le ore e i giorni di riposo. La proposta fa parte di una serie di modifiche sulle relazioni industriali proposte dal governo federale nell’ambito di un disegno di legge parlamentare che ha l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Per i datori che non rispettano la regola saranno previste sanzioni. Anche Francia, Spagna e altri paesi dell’Unione europea, hanno già pensato a leggi simili.

Il “diritto alla disconnessione”: perché è stato pensato?

La proposta, che prevede al suo interno anche altre novità del mondo del lavoro, ha ricevuto il sostegno dalla maggior parte dei senatori australiani e dovrebbe approdare in parlamento a metà febbraio. Uno degli obiettivi è quello di semplificare eventuali transizioni dal lavoro temporaneo a quello a tempo indeterminato e standard minimi sia per categorie come quella stessa dei lavoratori temporanei e i camionisti.

Chiamate | unsplash @NoWah Bartscher – Informagiovanirieti.it

Il “diritto alla disconnessione” è stato pensato per evitare che i dipendenti facciano straordinari non retribuiti, ha spiegato il ministro del Lavoro Tony Burke. Il primo ministro Anthony Albanese ha dichiarato che: “Chi non viene pagato per lavorare 24 ore al giorno non dovrebbe essere penalizzato se non è online e disponibile 24 ore al giorno”.

Cos’è il workaholism

Quello che preoccupa è anche la salute mentale. Parlando di workaholism, ovvero della dipendenza da lavoro, è importante citare uno studio condotto da ricercatori italiani che hanno approfondito il fenomeno. I risultati hanno mostrato che il prolungarsi oltre gli orari di lavoro prestabiliti e fare ripetutamente degli straordinari influenza negativamente l’umore dei dipendenti anche durante il turno lavorativo oltre che peggiorare la loro salute mentale. Quando di parla di workaholism si fa riferimento a persone che dedicano troppo tempo al proprio lavoro dimostrando di essere quasi ossessionate da esso. Queste dedicano la maggior parte della loro energia all’attività lavorativa, a discapito della propria salute e della sfera personale privata, trascurando quindi le relazioni. Chi soffre di dipendenza da lavoro può provare ansia, stress e sensi di colpa durante il tempo libero. La dipendenza da lavoro può essere alimentata da vari fattori, tra cui la pressione sociale, l’ambizione personale e la ricerca di gratificazione attraverso il lavoro. Il workaholism può avere conseguenze negative sulla salute mentale e fisica dei lavoratori e per questo è utile che ci siano delle norme che possano prevenire l’attaccamento esagerato al lavoro, frenando, anche, le azioni inappropriate da parte del datore. 

Gli australiani – ha scritto in una denuncia su X il leader nazionale dei Verdi Adam Bandt, accogliendo con soddisfazione la novità – fanno in media sei settimane di straordinario non retribuito ogni anno, pari a oltre 92 miliardi di dollari di salari non pagati in tutta l’economia. Quel tempo è vostro. Non del vostro capo”.

Giuliana Presti

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