100 nonni hanno deciso di mostrare nelle scuole come ci si divertiva una volta. Ecco cosa è successo nel comune di Genova
I nonni hanno tanto da insegnarci. Da sempre ci guidano nella vita mostrandoci cosa è giusto e cosa è sbagliato, ci spronano a diventare migliori e a non avere paura di esprimere chi siamo. Sono degli amici e delle stelle polari che non ci fanno mai sentire soli e si prendono cura di noi fin da bambini. Che vita sarebbe senza i nonni?
Ancora una volta hanno dimostrato quanto sono preziosi aderendo ad un’iniziativa davvero brillante ed educativa, che speriamo venga ripetuta anche in altre scuole dell’infanzia del Paese.
100 over 65 hanno aderito con entusiasmo al progetto promosso nella scuola dell’infanzia di Glicine di Quezzi, accompagnando i bambini alla scoperta delle loro attività preferite di quando erano piccoli, per mostrare loro come si viveva e si cresceva una volta. Da qui il nome dell’iniziativa: “I nonni e i bambini della scuola dell’infanzia: gli antichi mestieri e i giochi del passato”
Il progetto, portato avanti dalle scuole dell’infanzia comunali, vuole essere un modo di perseguire un’educazione intergenerazionale per accorciare la distanza tra le generazioni e mostrare ai bambini un modo diverso di approcciarsi anche tra di loro.
Capire le differenze tra la società di un tempo e quella attuale, ma riuscire a coglierne anche i punti in comune, è un bell’obiettivo, che sicuramente servirà molto ai bambini per crescere e diventare più consapevoli.
Il progetto coinvolge 9 scuole dell’infanzia comunali e sta riscuotendo un grande successo. Infatti, i più piccoli si dimostrano sempre più interessati a scoprire come si divertivano i loro nonni da piccoli e a cimentarsi loro stessi in quelle attività considerate ormai anacronistiche a causa dei cambiamenti socio economici avvenuti negli anni.
A quanto pare, però, alcune di queste sono immortali e basta insegnarle ai più piccoli per averne una conferma.
Marta Brusoni, assessore comunale alle Politiche dell’Istruzione e Servizi Educativi, ha dichiarato quanto sia orgogliosa di questo progetto e delle potenzialità che sta dimostrando di avere nel colmare un gap generazionale, fornendo nuovi spunti di crescita per i più piccoli:
“Parte oggi un progetto fortemente voluto dal mio Assessorato, con il prezioso supporto del Garante comunale per i diritti degli anziani e dell’associazione 50&più, per valorizzare il patrimonio di conoscenze, valori, cultura e saggezza perfettamente incarnato dai nostri concittadini over 65.
Il fatto che oltre 100 di loro, in così poco tempo, abbiano messo gratuitamente a disposizione dei bimbi della scuola dell’infanzia il loro tempo e le loro capacità, ci inorgoglisce profondamente. Le loro storie, i loro racconti sulla vita e sull’infanzia di un tempo, oltre che sui giochi e sugli antichi mestieri, sono gemme preziose utili a tramandare ai più piccoli, e di riflesso alle loro famiglie, lo straordinario patrimonio culturale che abbiamo ereditato dai nostri antenati, costituito da usi e costumi radicati nel tempo. Un progetto che vuole avvicinare ancora di più il mondo “silver” a quello dell’infanzia, scolpendo nella memoria collettiva le nostre radici storiche e culturali”
Si tratta anche di un’occasione per i “nonni-educatori” di rivivere i loro ricordi d’infanzia, spesso collegati al periodo del dopoguerra, caratterizzato da una forte povertà.
In quegli anni, le famiglie non potevano permettersi giocattoli nuovi e i bambini crescevano imparando a farsi bastare ciò che avevano, costruendosi da soli giocattoli da materiali riciclati.
Paolo Tanganeli, Garante Comunale dei Diritti degli Anziani, ha voluto sottolineare proprio l’importanza di questo aspetto legato alla memoria e del rivivere il passato da parte degli educatori:
“Il tema della memoria del passato è importante perché strettamente collegato al senso di appartenenza di un popolo e di una nazione: raccontare ai bimbi in tenera età come si giocava in passato e i mestieri di una volta, oggi quasi completamente scomparsi, è un’idea che si inserisce perfettamente in questa prospettiva.
Un popolo senza storia e senza conoscenza del proprio passato è un popolo senza identità: un concetto che è importante apprendere e assimilare fin da piccoli. A questo progetto, rivolto alle scuole dell’infanzia comunali, ci piacerebbe poi affiancare l’apertura di un Museo degli antichi giocattoli, da presentare all’interno di un percorso storico-artistico rivolto ai bambini per portarli in un lungo viaggio nel tempo alla scoperta dei giocattoli dei loro nonni e bisnonni. Un altro modo per far capire ai più piccoli, in modo semplice e immediato, il trascorrere del tempo attraverso l’adeguarsi dei giocattoli ai continui cambiamenti sociali, storici, economici e culturali”
Scoprire di più sul passato e sulle loro radici, permetterà ai bambini di acquisire una nuova consapevolezza sulla loro identità e su nuove modalità di gioco e di relazione.
Un tempo i bambini scorrazzavano all’aperto, rincorrevano una palla, si avventuravano e si lasciavano trasportare dalla fantasia invece che dal monitor di un videogioco o di uno smartphone. Ed è importante che i bambini di oggi riscoprano questo aspetto del gioco legato non ad una realtà virtuale, ma ancorata alla vita reale, fatta di persone e aria aperta.
Mostrare il funzionamento di un gioco o raccontare di un vecchio mestiere, è più di quello che sembra.
L’aspetto più importante di questi incontri è che sono densi di ricordi lontani: ciò che affascina i bambini è poter ascoltare i nonni parlare della loro vita da piccoli, sapere che sono stati bambini anche loro e che ciò che provavano e vivevano non era poi così diverso da ciò che provano e vivono loro oggi. Semplicemente le loro abitudini di vita erano differenti.
Uno scambio tra generazioni distanti tra loro ma accomunate da sentimenti ed emozioni molto simili, che, infondo, ci accomunano tutti in quanto esseri umani.
Speriamo che questo progetto si estenda a più scuole e a differenti fasce di età, perchè non è mai troppo tardi per riscoprire sé stessi nei racconti passati di qualcun altro.
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