Stage e tirocini sono considerati contratti di lavoro ibridi: tra percorsi di formazione e redditi simili a lavoro dipendente
Gli stage e i tirocini, forme contrattuali che ibridano formazione e lavoro, sono soggetti a una tassazione simile a quella dei redditi da lavoro dipendente. Il contratto di stage è un percorso formativo-lavoro, finalizzato al primo inserimento o al reinserimento nel mondo professionale.
Le normative specifiche regolano questa forma di lavoro, considerando lo stage come un periodo formativo non obbligatorio. Parallelamente, il tirocinio extra-curriculare è assimilato allo stage, mentre è importante distinguere il tirocinio curriculare, obbligatorio in alcuni percorsi di studio.
Lo stage viene considerato un periodo formativo nel mondo del lavoro non obbligatorio. Allo stage viene parificato il tirocinio extra-curriculare, da cui deve essere distinto il tirocinio curriculare che, invece, è un periodo formativo previsto come obbligatorio all’interno di alcuni percorsi di studio. E, di conseguenza, è finalizzato al conseguimento di abilitazioni e diplomi.
Il tirocinio curriculare è parte integrante di percorsi di studio specifici, come quelli nei corsi di laurea in scienze infermieristiche, e mira al conseguimento di abilitazioni e diplomi.
Al contrario, il tirocinio extra-curriculare e lo stage sono limitati nel tempo, con una durata massima di 6 mesi per quelli formativi o di orientamento, 12 mesi per l’inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro, e fino a 24 mesi per quelli erogati in favore di soggetti svantaggiati o disabili.
Un esempio di tirocinio curriculare è quello previsto all’interno dei corsi di laurea in scienze infermieristiche. Tra i tirocini con tale natura possono essere annoverati quelli per ottenere l’abilitazione, i tirocini professionalizzanti, come per la professione di avvocato e il TFA, cioè il tirocinio formativo attivo previsto per l’abilitazione all’insegnamento.
I limiti temporale di questi tipi di contratti
Per stage e tirocini extra-curriculari sono previsti dei limiti temporali:
La legge di bilancio 2022 ha introdotto significative novità per quanto riguarda la retribuzione e la tassazione degli stage e dei tirocini.
Il contratto di stage è ora definito come un percorso di alternanza tra studio e lavoro finalizzato a migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Prima di attivare uno stage, il datore di lavoro deve comunicare al centro per l’impiego i dati dello stagista e le caratteristiche del contratto.
La retribuzione, o meglio l’indennità di partecipazione, non può avere un valore inferiore a 300 euro, sono però le Regioni a dover stabilire i limiti. A fronte di questi importi è necessario pagare le tasse.
I proventi del contratto di tirocinio extra-curricolare, o stage, sono assimilati ai redditi da lavoro dipendente (come previsto dall’articolo 50 Tuir, comma 1, lettera c) e, di conseguenza, si applicano le regole sulla tassazione di questi con le aliquote Irpef a scaglioni. Naturalmente dovranno essere calcolate anche addizionali regionali e comunali.
Come per le altre tipologie di contratto di lavoro dipendente, le imposte sono versate dal sostituto di imposta, cioè dal datore di lavoro, questo implica che lo stagista riceverà una busta paga con indicati gli importi al lordo e al netto.
A differenza del contratto di lavoro dipendente vero e proprio, non è previsto il versamento di contributi previdenziali e assicurazione. L’unica assicurazione che resta obbligatoria anche in questo contratto è quella Inail a copertura di eventuali infortuni sul lavoro.
Per calcolare il netto di uno stage, è fondamentale considerare la No Tax Area, che per il 2024 corrisponde a 8.500 euro.
Chi percepisce una somma lorda inferiore a tale cifra non sarà soggetto a tassazione. Per importi superiori, si applicano le aliquote previste per lo scaglione di riferimento, con l’aggiunta delle addizionali regionali e comunali.
L’Unione Europea nel 2023 ha approvato una Risoluzione che invita la Commissione Europea ad un’azione più forte nella tutela di stage e tirocini e in particolare invita ad adottare uno strumento forte per il contrasto a stage gratuiti.
In forza di tale Risoluzione, nel 2024 la Commissione Europea nel 2024 dovrebbe adottare una proposta di legge che vieti la pratica degli stage gratuiti. La portavoce della Commissione europea, Veerle Nuyts ha precisato che vi sono margini per una decisa azione di tutela per chi segue percorso di formazione-lavoro.
Nella proposta del Parlamento Europeo si prevede dunque, per i tirocini post laurea o diploma, l’introduzione di un obbligo di retribuzione. La retribuzione deve essere in linea con il salario minimo del Paese membro dove lo stage viene attivato o con i minimi fissati dai contratti collettivi per i Paesi come l’Italia che non hanno fissato un salario minimo.
La durata degli stage e tirocini deve essere limitata nel tempo, ma comunque non inferiore a un mese.
Inoltre all’interno del contratto le disposizioni inerenti la durata del rapporto di stage o tirocinio non devono comportare:
Infine, il Parlamento Europea incoraggia l’adozione certificato comune europeo che attesti le conoscenze e le competenze acquisite.
Come per i lavoratori dipendenti, il datore di lavoro consegna il Certificato Unico (Cu) ai tirocinanti, documento che deve essere utilizzato per la dichiarazione dei redditi tramite modello 730 o modello redditi PF. Il Cu viene consegnato all’Agenzia delle Entrate dal datore di lavoro.
Per riassumere, il guadagno o reddito derivante dagli stage dipende dalla Regione e dall’ente erogatore/datore di lavoro. Le Regioni fissano un tetto minimo che varia da 300 € a 800 €.
La normativa stabilisce che il contratto debba prevedere un numero minimo di 20 ore settimanali e un massimo di 40 ore settimanali.
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