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Lavoro

Ambiente di lavoro tossico: suggerimenti per migliorare la collaborazione tra colleghi

Published by
Alessia Barra

Il mondo del lavoro può diventare un terreno di guerra. Ecco come riuscire a gestire gli aspetti più tossici del contesto lavorativo

L’ambiente lavorativo porta con sé numerose insidie che possono minacciare il benessere psicologico delle persone. In casi estremi, purtroppo, abbiamo sentito parlare di mobbing o di molestie sul posto di lavoro, ma queste sono delle situazioni che si trovano all’estremo di un continuum che prevede delle fasi intermedie.

Prima di arrivare a subire violenza psicologica o fisica, spesso si attraversa una fase di stallo ugualmente soffocante, che possiamo definire una fase di transizione.

Durante questa fase di transizione ci accorgiamo che qualcosa non va e ci sentiamo soffocare durante le nostre ore spese in ufficio, per degli atteggiamenti all’apparenza meno distruttivi dei due sopra citati, ma ugualmente nocivi per il nostro benessere psicologico.

Scopriamo quali sono i campanelli d’allarme sul luogo di lavoro che dovrebbero indurci a rivalutare la nostra posizione e scopriamo delle strategie pensate ad hoc per riuscire a collaborare al meglio con i colleghi sul posto di lavoro.

Bisogna collaborare tra colleghi – Unsplash-informagiovanirieti.it

 

Un ambiente di lavoro tossico

Se ogni giorno ti alzi al mattino con l’ansia di recarti sul posto di lavoro, qualcosa non va. Ansia, attacchi di panico e insoddisfazione lavorativa, sono tutti dei campanelli d’allarme che indicano che il tuo ambiente lavorativo non funziona come dovrebbe.

Un ambiente di lavoro ostile può essere provocato da differenti cause, come:

  • Una leadership negativa da parte del datore di lavoro o di chi ne fa le veci
  • Una comunicazione inefficace tra colleghi o superiori
  • Senso di discriminazione o sfruttamento
  • Molestie da parte di colleghi o superiori

Ciascuno di questi punti, se portato allo stremo, può provocare burnout o depressione. Si tratta quindi di un mix di fattori che vanno presi sul serio, fin dalle prime fasi: questo vuol dire che battutine ripetute nel tempo, situazioni poco chiare, uno stipendio inferiore alle ore lavorate e molti altri fattori come questi, devono fare aprire gli occhi e valutare delle opzioni differenti.

Principali problematiche psicologiche legate al mondo del lavoro

All’interno di un’organizzazione più o meno numerosa, possono insorgere differenti tipi di problematiche legate alla salute mentale. Ecco quali sono le tre principali:

  • Workaholism: dipendenza da lavoro che porta le persone a trascurare la propria vita privata e a vivere condizioni di stress e ansia prolungate. Questo può essere il risultato di un datore di lavoro troppo esigente, che non rispetta il tempo libero e la vita privata dei propri dipendenti, o il risultato di una forte e malsana competizione tra colleghi.
  • Burnout: una condizione di stress correlato al lavoro che porta un picco negativo a livello di auto-efficacia e motivazione, nonché a reazioni psicosomatiche importanti, che possono andare ad alterare la salute generale di un lavoratore.
  • Mobbing: il bullismo sul posto di lavoro è una realtà con cui bisogna fare i conti. Condotte aggressive, denigratorie, stereotipi di razza o genere, isolamento dei colleghi o dei dipendenti, sono tutti elementi che rientrano nel mobbing e si aggravano quando a perpetrarle è un datore di lavoro che riveste un ruolo di superiorità. Questo ruolo viene sfruttato per poter infierire sui propri dipendenti, nella dinamica che prende il nome di “abuso di potere”.

Il minimo comune denominatore di ambiente di lavoro ostile e delle problematiche che può portare con sé, sono le persone. Nello specifico oggi non vogliamo indagare il ruolo del capo ma quello dei colleghi. Molto spesso, infatti, le dinamiche tra colleghi possono rivelarsi altamente tossiche e distruttive per il benessere mentale dei dipendenti.

Scopriamo quali sono le strategie giuste per riuscire a gestire al meglio la rete relazionale dei colleghi.

La difficoltà del lavoro in team

Il team di lavoro è costituito, nella maggior parte dei casi, da persone che non si conoscono e con cui bisogna imparare a convivere e trascorrere ore intere della giornata. Ma non si tratta solo di trascorrere ore uno di fianco all’altro, spesso occorre collaborare e fare gioco di squadra per svolgere efficacemente il proprio lavoro.

Ecco che insorgonono i problemi: collaborare con degli sconosciuti può essere complicato, specialmente nel caso in cui dovessero rivelarsi persone tossiche e complicate da gestire.

Per fortuna, esistono delle strategie che possono aiutare a vivere più serenamente questa collaborazione forzata.

Strategie per gestire la collaborazione forzata tra colleghi

Vediamo nel concreto come affrontare un lavoro di gruppo con colleghi che proprio non sopportiamo:

Reciproca gratitudine

Porsi in modo gentile, ringraziare per l’aiuto ottenuto o per un gesto ricevuto, aiutano a creare un rapporto educato e cordiale. Una ricerca condotta dall’Università della California ha dimostrato l’efficacia di questa prima strategia. In questa ricerca, veniva affidato un compito particolarmente stressante e complicato a 200 studenti di marketing. Il gruppo a cui era stato chiesto di ringraziarsi reciprocamente e stringersi la mano, ha dimostrato una minore attivazione fisiologica, gestendo il compito in modo più sereno e con un risultato migliore.

In quest’ottica il collega diventa una risorsa, qualcuno su cui fare affidamento per lavorare meglio e con più serenità, uno scambio reciproco di supporto che può fare la differenza.

Recitazione

Il deep acting, o recitazione profonda, consiste nel fingere di avere un atteggiamento positivo nei confronti degli altri colleghi, anche quando proprio non puoi sopportare la loro presenza. Questo aiuterà ad auto-convincerti di poterci lavorare insieme, finchè il tuo comportamento non sarà più forzato ma spontaneo. A lungo andare questo potrebbe provocare anche un cambiamento di atteggiamento favorevole del collega in questione nei tuoi confronti, una sorta di effetto specchio: riceverai quello che stai dando in termini di atteggiamento positivo. Insomma, fingi e credi nella tua performance, e prima o poi si trasformerà in realtà.

No alla rabbia, sì alla risolutezza

Bisogna collaborare ed evitare gli scatti di ira sul lavoro – Unsplash – informagiovanirieti.it

 

Le esplosioni di rabbia sono da evitare nella vita come sul posto di lavoro, ma questo non vuol dire che sia giusto soccombere e farsi andare bene qualsiasi situazione. Perciò, meglio prendere da parte il collega che puntualmente cerca di pestarti i piedi e spiegare chiaramente che non accetti un trattamento irrispettoso nei tuoi confronti. Sii sufficientemente risoluto ma senza lasciarti andare a scatti d’ ira.

 

Quelle che abbiamo visto sono tre strategie per poter gestire al meglio la collaborazione tra colleghi, ma se dovessero risultare inefficaci e la situazione dovesse farsi insostenibile, non avere paura ad alzare la mano e chiedere aiuto.

L’importante è cogliere i segnali di allarme e ricordarti sempre che la tua vita non è fatta di solo lavoro: vali molto più del ruolo che ricopri all’interno della tua azienda.

Alessia Barra

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