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Economia

Isee familiare, ecco com’è possibile uscirne

Published by
Dalma Bonaiti

Come uscire dalla situazione dell’Isee familiare, ecco gli strumenti per risolvere il problema e riprendere il controllo della tua vita finanziaria

Il calcolo dell’Isee familiare rappresenta uno dei criteri principali per accedere a molti fondi pubblici e benefici sociali, ma talvolta può risultare un ostacolo piuttosto impegnativo per molte persone. Ecco perché è importante conoscere i diversi meccanismi per uscirne, in modo da comprendere come può essere possibile accedere a queste agevolazioni senza dover sostenere costi eccessivi o complicazioni burocratiche inutili. In questo articolo esploreremo alcuni dei principali meccanismi per uscire dall’Isee familiare, in modo da poter ottenere il massimo dei vantaggi senza dover sostenere grandi sacrifici.

Isee familiare: scopri come risolvere questo problema in modo rapido ed efficace

L’Indicatore di Situazione Economica Equivalente (ISEE) rappresenta una ppanoramica documentata della condizione economica di una famiglia, inclusi sia i redditi che le proprietà (mobili e immobili), nonché le spese sostenute come il mutuo o l’affitto. Questo aiuta a riflettere con precisione sulla realtà finanziaria della famiglia.

L’ISEE del 2024 necessita di alcune informazioni importanti da non dimenticare 

Il calcolo dell’ISEE è basato su una serie di documenti e, in base al suo valore, può dare accesso a vari vantaggi fiscali e bonus, a volte automaticamente. L’ISEE standard si basa sulla condizione economica degli ultimi 24 mesi, ovvero due anni solari. Di conseguenza, nel 2024, verranno considerati i redditi e le proprietà del 2022. In determinate circostanze, si può richiedere l’ISEE corrente, che tiene conto dei redditi e dei beni degli ultimi 12 mesi.

Il primo step per ottenere l’ISEE è la presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Questo documento contiene dati anagrafici, patrimoniali e reddituali che forniscono un quadro della situazione economica di ogni membro della famiglia. Dal 1° gennaio 2024, il primo step per ottenere l’ISEE sarà la compilazione della DSU, che può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno e rimane valida fino al 31 dicembre.

Ci sono diverse modalità per presentare il DSU. La prima opzione è farlo online tramite il servizio offerto dall’INPS. Un’altra possibilità riguarda l’assistenza presso i centri di aiuto al contribuente (CAF), dove gli utenti possono compilare il documento con l’aiuto di un professionista. Inoltre, è disponibile il servizio del contact center dell’INPS, contattabile al 803164 da una linea fissa o al 06164164 da un cellulare. Dal 2020, è anche possibile beneficiare del DSU precompilato, che sfrutta i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS, completandolo con le informazioni che l’utente è tenuto a dichiarare personalmente.

Foto | Farknot Architect @Canva – informagiovanirieti.it

Documenti da presentare 

Per determinare l’Isee, utilizzato dal commercialista, Caf o Patronato per stimare il reddito, è necessario fornire vari documenti. Tra questi:

  • un documento di identità valido,
  • il codice fiscale,
  • lo stato di famiglia
  • il contratto di affitto (compresi i dettagli di registrazione)
  • l’ultima fattura pagata per l’affitto,
  • un certificato di disabilità se c’è un disabile con una disabilità superiore al 66% nella famiglia
  • il Modello 730 o Modello Unico più recente
  • dovresti fornire la certificazione dei redditi più recente (Modello CU) fornita dal tuo datore di lavoro o ente pensionistico.

Questo è valido anche se ricevi un’indennità di disoccupazione, cassa integrazione o mobilità.

Per la stima del patrimonio immobiliare, devi presentare:

  • un estratto conto (saldo contabile) di depositi e c/c bancari e postali e il saldo medio,
  • titoli di stato,
  • obbligazioni,
  • certificati di deposito e credito,
  • buoni fruttiferi e simili,
  • contratti di assicurazione sulla vita,
  • depositi
  • conti correnti bancari e postali.

Isee familiare: la guida definitiva per uscirne una volta per tutte

È possibile svincolarsi dall’Isee della propria famiglia per ottenere diversi vantaggi fiscali. Questi possono includere l’ottenimento del patrocinio gratuito, benefici per individui con un Isee basso, partecipazione a bandi comunali (come quelli per le abitazioni popolari), riduzioni delle tasse universitarie, agevolazioni sulle bollette delle utenze domestiche tramite il bonus sociale e accesso al bonus psicologo.

Cambiare la propria residenza rappresenta il percorso più immediato per emanciparsi dall’Isee familiare Tuttavia, è necessario effettivamente cambiare residenza, altrimenti si rischia di commettere una falsità.

Ma esiste un modo per separarsi dall’Isee senza dover cambiare residenza? La risposta a questa domanda risiede nella comprensione di due concetti fondamentali: il nucleo familiare e i familiari fiscalmente a carico.

Il nucleo familiare è formato da individui che convivono o sono economicamente dipendenti da un solo individuo, indipendentemente dal fatto che condividano lo stesso tetto. Questi membri sono legati da matrimonio (o coabitazione), parentela o custodia. Un esempio è un figlio che si sposta per studiare in un’altra città e non ha un reddito sufficiente, rimane a carico dei genitori dal punto di vista fiscale. Avere tali responsabilità fiscali richiede l’accertamento di due criteri: un legame parentale e un reddito.

Potrebbe essere a carico:

  • il coniuge, a condizione che il matrimonio sia legalmente riconosciuto e che non sia in stato di separazione effettiva;
  • i figli;
  • o altri parenti o affini, come genitori, fratelli, sorelle, nuore o suoceri, ma solo se conviventi o beneficiari di una pensione alimentare “non risultante da decisioni giudiziarie”

Le leggi riguardanti il reddito per l’Isee di famiglia sono state modificate con il bilancio del 2020

Secondo queste nuove norme, un familiare sarà considerato, ai fini fiscali, a carico se:

  • guadagna un reddito annuale inferiore a 2.840,51 euro e ha più di 24 anni
  • per i figli con meno di 24 anni, il limite di reddito per essere considerati a carico passa a 4mila euro annui.

In pratica, nel periodo di tassazione di riferimento, qualunque familiare il cui reddito non superi questi limiti (comprensive le detrazioni applicabili), sarà classificato come a carico.

Metodi alternativi per separarsi

Per separarsi dall’Isee familiare, senza dover modificare la residenza, si possono adottare dei metodi alternativi al semplice cambio di indirizzo, che rimane la soluzione più diretta. Tuttavia, tale metodo richiede di avere accesso a un altro alloggio, ed è quindi non sempre praticabile a causa dei costi di affitto. È invece realizzabile la separazione dall’Isee familiare attraverso la ristrutturazione dell’edificio in cui si vive, trasformandolo in due unità abitative distinte.

Per attuare questo cambiamento e separarsi dall’Isee senza modificare l’indirizzo, è necessario creare un secondo alloggio indipendente all’interno dell’edificio, che abbia un ingresso separato e i necessari impianti. Seguire questo percorso consente di mantenere la stessa residenza e di staccarsi dall’Isee della propria famiglia. Tuttavia, visti i costi significativi delle ristrutturazioni per creare una seconda unità immobiliare, è importante valutare attentamente il rapporto tra spese e vantaggi.

Chi può essere considerato indipendente dal propio nucleo familiare 

Riassumendo, una persona si considera indipendente dal proprio gruppo familiare se:

  • ha cambiato la sua residenza e non convive più con la propria famiglia
  • se ha meno di 24 anni ma genera un reddito al di sopra dei 4mila euro annui,
  • ha più di 24 anni con un reddito superiore a 2.840,51 euro annui.
Dalma Bonaiti

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