Il 2024 vedrà il rafforzamento di tendenze cominciate con la pandemia nel mondo del lavoro, mentre l’AI continua a evolversi.
Il prossimo anno il mondo del lavoro continuerà a seguire le tendenze del 2023, cominciate dopo la pandemia. Anche se il fenomeno delle dimissioni di massa è rallentato, la flessibilità sta guadagnando terreno come fattore di scelta del proprio impiego rispetto allo stipendio. Il lavoro ibrido è sempre più richiesto dai dipendenti, mentre l’intelligenza artificiale potrebbe essere sia una minaccia che un’occasione.
La pandemia ha cambiato per sempre il mondo del lavoro. L’introduzione del lavoro ibrido e la nuova importanza che i lavoratori hanno cominciato a dare al tempo al di fuori della propri carriera ha causato una mutazione profonda. Il primo sintomo di questa rivoluzione è stata l’ondata di dimissioni che ha colpito diversi settori, nel mondo e in Italia. Molte persone hanno rinunciato a stipendi sostanziosi e carriere prestigiose per trovare un impiego che desse loro più tempo per i propri interessi al di fuori del lavoro. Nel 2023 questa tendenza ha rallentato, e così dovrebbe essere anche nel 2024, ma questo non significa che la volontà di trovare impieghi meno pesanti sulla propria vita privata sia finita.
Il lavoro ibrido sarà in particolare un nuovo standard. Diverse ricerche dimostrano che le offerte di lavoro che permettono di svolgere almeno una parte dei propri compiti da casa sono più appetibili di altre. Questo non cambia però che la principale discriminante per la scelta di un lavoro continui ad essere lo stipendio. Altra parte fondamentale delle nuove tendenze nel mondo del lavoro è la settimana di 4 giorni. Molte aziende anche in Italia la stanno sperimentando. Prevede che con un leggero tagli delle ore settimanali lavorate e un aumento minimo di quelle giornaliere, il lavoratore possa rimanere a casa tre giorni invece dei classici due, allungando quindi il fine settimana.
L’aumento dei salari dovrebbe continuare anche il prossimo anno, per contenere l’inflazione. In Italia questa tendenza però fatica ad affermarsi. Nel nostro Paese gli stipendi sono fermi da 30 anni, mentre negli altri Stati europei si è vista una crescita anche a due cifre. Un problema molto più pressante a causa dell’inflazione che ha fatto perdere potere d’acquisto.
Nel 2023 una delle principali tendenze nel mondo del lavoro è stata l’intelligenza artificiale generativa. Questa novità potrebbe nel 2024 continuare a mettere in pericolo diversi lavori creativi. Il suo impiego però potrebbe anche garantire la formazione di altri posti di lavoro per personale specializzato nell’utilizzo dei nuovi strumenti che gli algoritmi forniscono.
Grazie all’intelligenza artificiale generativa sarà possibile velocizzare diversi processi che prima richiedevano molto più tempo. Per il momento invece non sembra ancora essere possibile una sostituzione dei lavori creativi in toto. I miglioramenti di questa tecnologia sono però continui e il 2024 potrebbe essere un anno cruciale.
Per quanto riguarda la gestione dei dati poi, l’IA è particolarmente apprezzata. La capacità degli algoritmi di organizzare una grande mole di informazioni è il principale vantaggio, anche nel mondo delle risorse umane. Rimane però necessario un intervento umano in particolare nei momenti più delicati della gestione del personale, dall’assunzione al licenziamento.
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