A quanto ammonta la nuova pensione sociale e come si ottiene?
L’assegno sociale è una prestazione assistenziale prevista per tutti coloro che non hanno mai lavorato nel corso della vita e, di conseguenza, non hanno mai versato contributi previdenziali o, pur avendo lavorato, non hanno raggiunto il requisito contributivo minimo dei 20 anni per accedere alla pensione da lavoro.
Un sostegno economico, dunque, destinato alle persone che si trovano in difficoltà finanziarie al raggiungimento dell’età pensionabile, che nel 2023 corrisponde a 67 anni.
Per ottenere tale beneficio, è necessario soddisfare i requisiti stabiliti dalla normativa e presentare domanda all’INPS. Una volta approvata la richiesta, il beneficiario riceverà l’assegno sociale a partire dal mese successivo, per un totale di 13 mensilità all’anno.
Da dicembre 2023, l’importo dell’assegno sociale è stato aumentato grazie a una nuova rivalutazione, come indicato nella circolare INPS 4050 del 15 novembre. È importante notare che l’assegno sociale può essere cumulato con il trattamento pensionistico.
Per poter richiedere l’assegno sociale è necessario rispettare alcuni requisiti specifici, tra cui: avere almeno 67 anni di età, essere cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con un permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, residenza effettiva e dimora abituale in Italia, e avere un reddito personale non superiore all’importo annuo dell’assegno sociale, mentre il reddito coniugale non deve superare il doppio di tale valore.
Anche i cittadini comunitari ed extracomunitari in possesso di carta di soggiorno e i residenti in Italia da almeno 10 anni possono presentare domanda per l’assegno sociale nel 2023.
Per il calcolo del reddito valido ai fini della richiesta di assegno sociale vengono presi in considerazione diversi tipi di reddito:
• redditi assoggettabili all’Irpef, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva;
• redditi esenti da imposta;
• redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (ad esempio: vincite derivanti dalla sorte, da giochi di abilità, da concorsi a premi, corrisposte dallo Stato, da persone giuridiche pubbliche e private);
• redditi soggetti ad imposta sostitutiva come: interessi postali e bancari, interessi dei Bot, Cct e di ogni altro titolo di Stato, interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, emessi da banche e società per azioni;
• redditi di terreni e fabbricati;
• pensioni di guerra;
• rendite vitalizie erogate dall’Inail;
• pensioni dirette erogate da Stati esteri;
• pensioni e assegni erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili, ai sordi;
• assegni alimentari corrisposti a norma del codice civile.
Al contrario, non vengono considerati per il calcolo del reddito:
• i trattamenti di fine rapporto e gli anticipi sui trattamenti stessi;
• il reddito della casa di abitazione;
• le competenze arretrate soggette a tassazione separata;
• le indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili e le indennità di comunicazione per i sordi;
• assegno vitalizio erogato agli ex combattenti della guerra 1915/1918;
• arretrati di lavoro dipendente prestato all’estero.
L’importo mensile dell’assegno sociale nel 2023 è di 507,03 euro e viene erogato per 13 mensilità all’anno. Le persone che hanno diritto all’assegno sociale in misura intera sono i soggetti non coniugati senza alcun reddito e i soggetti coniugati con un reddito familiare inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale.
Coloro che hanno un reddito inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale hanno diritto all’assegno o alla pensione sociale in misura ridotta. In base alla situazione familiare e al reddito, può essere concesso un importo pieno o una sola integrazione, garantendo comunque un reddito annuo di almeno 6.591,39 euro.
Hanno diritto all’assegno in misura intera:
• i soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito;
• i soggetti coniugati che abbiano un reddito familiare inferiore all’ammontare annuo dell’assegno, quindi 6.591,39 euro nel 2023.
Hanno diritto alla pensione sociale in misura ridotta:
• i soggetti non coniugati che hanno un reddito inferiore all’importo annuo dell’assegno, quindi 6.591,39 euro;
• i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare compreso tra l’ammontare annuo dell’assegno e il doppio dell’importo annuo dell’assegno, dunque 13.182,78 euro nel 2023.
A seconda dei casi, quindi, spetta un importo pieno o una sola integrazione, con l’intento comunque di garantire alla persona un reddito annuo di almeno 6.591,39 euro.
• Nessun problema per coloro che hanno un reddito personale pari a zero, o un reddito coniugale inferiore all’importo dell’assegno sociale stesso. Questi, infatti, hanno diritto comunque al massimo dell’importo (507,03 per 13 mesi).
• L’importo viene ridotto per chi ha un reddito diverso da zero ma comunque inferiore ai limiti annui. In tal caso l’assegno sociale si calcola sottraendo dal limite annuo il valore del reddito personale (o coniugale a seconda dei casi).
Ad esempio, chi ha un reddito personale di 3.000 euro avrà diritto a un assegno sociale di 3.591,39 euro (6.591,39 – 3.000), quindi circa 276 euro al mese.
L’assegno sociale si perde quando vengono a mancare i requisiti richiesti. Ad esempio, quando in un successivo momento il titolare dell’assegno percepisce un reddito superiore a quello richiesto dalla normativa.
Per chi percepisce l’assegno sociale, dunque, è importante inviare il modello RED all’INPS ogni anno per verificare il mantenimento dei requisiti. Nel caso in cui il reddito superi i limiti previsti o il modello non venga inviato entro la scadenza (nei primi 60 giorni di ritardo l’Inps lo sospende), l’assegno sociale decade e sarà necessario presentare una nuova domanda.
La domanda per richiedere l’assegno sociale nel 2023 deve essere inviata esclusivamente in modalità telematica attraverso attraverso i seguenti canali:
• sito web dell’Inps (accesso con Spid, Cie o Cns);
• contact center (803164 gratuito da rete fissa o 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico);
• patronati e intermediari dell’Inps.
I documenti da allegare all’istanza:
• l’autocertificazione dei dati personali;
• la dichiarazione della situazione reddituale;
• la dichiarazione di responsabilità riguardo eventuale ricovero in istituto con retta a carico dello Stato.
In caso di ricovero, l’assegno sociale può subire una riduzione del 50% se la retta è totalmente a carico dello Stato, del 25% se la retta è pagata dall’interessato o dai familiari ed è inferiore alla metà dell’assegno sociale, o nessuna diminuzione se la retta supera il 50% dell’assegno stesso.
Se la pensione sociale viene rifiutata, si può fare ricorso al Comitato provinciale dell’Inps entro 90 giorni dal ricevimento della comunicazione di rifiuto.
L’assegno sociale rappresenta, dunque, un importante strumento di sostegno per coloro che si trovano in situazioni economiche svantaggiate. Il rispetto dei requisiti e delle procedure di richiesta è fondamentale per garantire la continuità del beneficio.
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