Lavoro, in Italia nel 2023 quali sono state le figure più richieste? E quali sono i titoli di studio più appetibili? Vediamolo insieme, per essere pronti in vista del 2024.
Il lavoro è sempre un tema caldo in Italia. Un tema che accende discussioni e che è al centro del dibattito politico e non solo. Per capire qualcosa di più sullo stato di salute del mondo del lavoro italiano può dare una mano il Bollettino annuale del sistema informativo Execelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Un documento che traccia un quadro completo della situazione 2023 e che ci permette di capire quali siano i mestieri più richiesti.
Lavoro, quali sono i mestieri più cercati in Italia nel 2023?
Partiamo dalla base. Secondo il Bollettino ammontano a 5,5 milioni le assunzioni programmate dalle imprese, un aumento di 330mila contratti rispetto all’anno precedente (+6,4%) e di 894mila sul 2019 (+19,4%). A mostrare lo stato di maggior salute è il turismo, che prevede circa 1,1 milioni di assunzioni. A seguire il mercato si mostra ricettivo nei settori del commercio, delle costruzioni e delle industrie manifatturiere con incrementi che oscillano da 59mila a 291mila contratti in attivo.
Un dato curioso è quello legato al tipo di assunzioni. Il Bollettino spiega che dei 5,5 milioni di assunzioni, 3,5 milioni si rivolgono a figure con una formazione tecnico-professionale. Tra i ruoli per i quali c’è più richiesta ma meno manodopera specializzata spiccano gli ingegneri dell’informazione: dei 5mila ingressi programmati sono difficili da coprire l’80,3% dei posti.
Le criticità del futuro e i cambiamenti in corso
I numeri, nudi e crudi, non appaiono certo negativi, ma la situazione sembra essere tutt’altro che rosea. Il mondo del lavoro italiano, infatti, sta attraversando una fase complessa. In primis perché la situazione riflette ancora le criticità legate al Covid. O meglio, in molti casi la pandemia è finalmente e giustamente un ricordo, ma i cambiamenti che ha portato a galla sono ancora difficili da digerire per il mercato. Nello specifico, stiamo parlando di digitalizzazione e ambiente.
Un altro tema critico è quello della differenza tra domanda e offerta. Problema che è legato, sempre secondo il Bollettino, allo scarso dialogo tra le competenze acquisite durante il percorso formativo e quelle richieste dalle imprese. Il risultato? Le aziende faticano inoltre ad assumere infermieri e ostetriche, tecnici delle costruzioni civili e operai specializzati. Tra le figure under 30 le imprese sono in affanno nella ricerca di idraulici, farmacisti, elettricisti nelle costruzioni civili e tecnici programmatori. Secondo il Bollettino, risultano introvabili il 74,3% dei diplomati in istituti tecnici specializzati in area meccanica, il 68,8% nell’ambito Information and Communication Technologies (Ict) e il 65,5% dei diplomati presso Istituti tecnologici superiori (Its Academy). Criticità notevoli si registrano, infine e com’è noto, proprio nel mondo del turismo e della ristorazione, in costante ricerca di personale qualificato.
E per gli studenti? Quale percorso è meglio scegliere? Non emergono particolari sorprese in questo senso. Le lauree a indirizzo economico si confermano le più richieste dalle aziende con 233mila assunzioni programmate. A seguire i titoli legati all’insegnamento e all’ambito sanitario, rispettivamente 117mila e 62mila contratti.