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Bonus psicologo per studenti universitari: come funziona

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Matteo Runchi

Alcune università stanno introducendo un proprio bonus psicologo

I giovani in Italia stanno attraversando un momento di crisi di salute mentale. Spesso però non possono permettersi un percorso di terapia psicologica che è tra le soluzioni più efficaci in questi casi. Per questa ragione alcune università si stanno attrezzando con un proprio bonus psicologo, dopo che quello statale si è esaurito. In prima fila c’è l’Università di Bari, ma altre potrebbero seguire molto presto l’esempio dell’ateneo pugliese.

Il bonus psicologo nelle università: Bari capofila

A seguito della pandemia, che ha fatto emergere molti problemi di salute mentale nella popolazione, il Governo ha introdotto il Bonus psicologo. Si trattava di un fondo limitato che serviva a dare alle persone più svantaggiate la possibilità di cominciare un percorso di terapia. In questo modo lo Stato tentava al tempo stesso di tamponare una situazione di emergenza e colmare una lacuna del Sistema Sanitario Nazionale appoggiandosi al settore privato.

Il rinnovo di questa iniziativa è stato però limitato da una mancanza di fondi. In questo momento quindi non esiste un modo per ottenere uno sconto sulla propria seduta dallo psicologo. L’emergenza salute mentale rimane, specialmente tra i giovani. Per questa ragione alcune università stanno prendendo provvedimenti per creare un proprio bonus psicologo da mettere a disposizione degli studenti.

La situazione di stallo ha dato anche adito a polemiche tra il rapper Fedez, che spesso si è fatto portavoce di istanze riguardo alla salute mentale, e il ministro della Salute Orazio Schillaci. Il cantante ha criticato il ministero per non aver messo a disposizione i fondi programmati per il 2023 riguardanti proprio il bonus psicologo.

“Sul bonus psicologo che riguarda tutta la popolazione e non solo i giovani il ministro Schillaci ci ha detto ormai una settimana fa che in pochi giorni avrebbe sbloccato i decreti attuativi ma a oggi non ha fatto assolutamente nulla. Quindi aspettiamo il Ministro. Siamo a novembre e sono i soldi del 2023. A dicembre finisce il 2023, cosa vogliamo fare? Prendere in giro le persone o fare qualcosa?” ha dichiarato Fedez.

Unsplash @Jesus Rodriguez | informagiovanirieti.it

A muoversi per prima, in questo contesto teso, è stata l’università di Bari. L’ateneo ha messo a disposizione dei propri studenti che risultano immatricolati per l’anno 2022/ 2023 un bonus da 300 euro. Questo vale per coloro che sono iscritti ai corsi triennali, magistrali a ciclo unico, magistrali, di vecchio ordinamento, ma anche a coloro che stanno completando un programma di dottorato o una scuola di specializzazione. Il contributo ha una platea molto estesa. Lo potranno ottenere tutti gli studenti con un ISEE inferiore a 50.000, praticamente la totalità degli iscritti.

In totale l’Università di Bari spenderà per questa iniziativa 90.000 euro. Il Bonus durerà fino ad esaurimento del fondo. Il voucher non sarà spendibile soltanto per nuove sessioni di terapia, ma anche come rimborso per spese già sostenute in passato. Per ottenerlo gli studenti devono presentare presso gli uffici regolare fattura emessa dal proprio terapista in modo da testimoniare l’avvenuta prestazione. L’iniziativa sarà valida fino ad aprile 2023. Da quando l’iniziativa è stata comunicata agli studenti, sarebbero già 250 le adesioni registrate dall’ateneo pugliese.

La ragione per cui l’Università di Bari ha deciso di intervenire per tutelare la salute mentale dei propri studenti è la fragilità che i giovani hanno dimostrato durante gli ultimi anni. I dati sono molto peggiorati dopo il periodo della pandemia, quando il lockdown ha reso complicate anche le regolari sedute di terapia. Il periodo universitario è inoltre molto stressante per i ragazzi, che spesso affrontano problemi di stress o ansia a casa degli esami.

I problemi di salute mentale dei giovani in Italia

L’Italia è il peggior paese in Europa per benessere mentale. Un’indagine condotta dal Gruppo Axa in 16 Paesi del Vecchio Continente ha dimostrato come ci siano gravi mancanze dal punto di vista della prevenzione e della cure di questo tipo di patologie nel nostro Paese. I soggetti più a rischio sono le donne, seguite proprio dai più giovani. Lo stigma verso l’argomento sta diminuendo ma la situazione della salute mentale degli italiani rimane critica sotto diversi punti di vista.

I dati dell’indagine chiariscono immediatamente il problema. Soltanto il 18% delle persone intervistate che vivono nel nostro Paese dichiara di essere nel pieno benessere mentale. Un dato che risulta peraltro in calo rispetto a quello del 2022, anno già critico a causa degli strascichi della pandemia da Covid-19. Una delle ragioni per cui il dato è così basso è lo stress, causato da vari fattori. Ne soffre il 56% degli intervistati, dato in aumento rispetto al 2022.

Le ragioni principali per cui gli italiani sono stressati sono l’instabilità geopolitica mondiale che ha portato al ritorno della guerra in Europa, con l’invasione russa dell’Ucraina, e il cambiamento climatico. In tutte le fasce d’età le donne sono inoltre più stressate degli uomini. Proprio le donne hanno nel loro genere una delle cause della propria scarsa salute mentale. Il problema starebbe anche nella discriminazione e nel trattamento che subiscono a causa dell’essere donne.

C’è poi la situazione dei giovani. Molti ragazzi in Italia lamentano una situazione di instabilità che li porta a vivere vite stressanti. A questo si aggiunge, soprattutto tra gli adolescenti, l’impatto che ha avuto la pandemia sulle relazioni sociali. I lockdown hanno privato un’intera generazione di quasi due anni scolastici, riducendo al minimo le interazioni con i propri coetanei.

Due milioni di ragazzi tra i 10 e i 20 anni soffrono di qualche tipo di disturbo mentale più o meno serio. SI tratta del 20% della popolazione di quell’età. La cosiddetta generazione Z, i nati dopo il 1996, è la più suscettibile. Non aiuta la mancanza cronica di psicologi nei consultori, soltanto 2,8 ogni 100mila abitanti in media, quando secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità ne servirebbe uno ogni 1000.

Unsplash @tim gouw | informagiovanirieti.it

In mancanza di un’azione decisiva dello Stato quindi, le Università si stanno muovendo per tutelare i propri studenti. La crisi di salute mentale che attraversa la popolazione più giovane in Italia si sta acutizzando, rendendo sempre più urgente un intervento. I dati però dimostrano che gli italiani di tutte le età hanno seri problemi di salute mentale.

Matteo Runchi

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